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Analisi sul presente e sul futuro

  • di Antonio Martino

SI VOTA PER I REFERENDUM: NUOVO VOTO A VUOTO?

8 Giugno 2025

Oggi e domani si si vota per i referendum su cittadinanza, 1 quesito, e lavoro, 4 quesiti, promossi dalla Cgil, dal Pd, dal M5S e da Alleanza Verdi-Sinistra.

Per la loro validità serve la partecipazione del 50% più uno degli elettori. Si tratta di referendum abrogativi, quindi mirano a cancellare una parte di una legge che attualmente è in vigore: se voti Sì sei a favore della cancellazione, se voti No vuoi che le cose rimangano così come sono.

A mio avviso il quorum non sarà raggiunto, in parte perché, diciamolo chiaramente, non interessa a tutti, in parte per la propaganda per l’astensione che nella storia dei referendum è sempre stata fatta, dalla destra o dalla sinistra. Sostanzialmente per i referendum di questo fine settimana, se sei di sinistra voti Sì, se sei di destra voti No o ti astieni, con le ovvie eccezioni.

Vediamo sinteticamente quali sono i quesiti.

La scheda gialla contiene il quesito sulla cittadinanza italiana per chi viene da un paese non Ue: attualmente si può fare domanda di cittadinanza dopo 10 anni di residenza in Italia. Se voti SI’ sei favorevole al dimezzamento di questo periodo (5 anni), se voti NO vuoi che resti così com’è.

Ora quelli sul lavoro. La scheda verde tratta i licenziamenti illegittimi, quelli cioè senza giusta causa. Se voti SI’ vuoi che chi viene licenziato senza giusta causa possa ottenere da un giudice non solo un’indennità economica ma anche il reintegro al lavoro, se voti NO le cose rimangono così come sono: puoi avere l’indennità economia ma non il reintegro (norma contenuta nel Jobs Act, legge del 2015 con Renzi Presidente del Consiglio).

La scheda grigia tratta la causalità dei contratti a termine. Se voti SI’ vuoi che il datore di lavoro sia obbligato a giustificare il perché abbia fatto un contratto a tempo determinato anziché a tempo indeterminato, e nel caso di contestazione legale sarà un giudice a esprimersi, se voti NO vuoi che il datore di lavoro non sia obbligato a specificare i motivi per cui ha fatto quel tipo di contratto (anche questa norma è contenuta nel Jobs Act).

La scheda arancione contiene il quesito sul tetto massimo ai risarcimenti. Se voti SI’ vuoi che Il datore di lavoro dovrà al lavoratore licenziato illegittimamente, senza giusta causa, un indennizzo che può essere anche superiore alle 6 mensilità o alle 10 mensilità (qualora lavori nella sua azienda da più di 10 anni), sarà un giudice a deciderlo, se voti NO vuoi che il tetto massimo rimanga di 6-10 mensilità.

La scheda rosa, infine, riguarda la sicurezza sul lavoro. Se voti SI’ vuoi che nel caso di incidente sul lavoro la responsabilità ricada non solo sull’azienda appaltatrice ma anche sull’azienda che ordina il lavoro, se voti NO vuoi che la responsabilità rimanga solo dell’azienda che fa il lavoro.

Il risultato quasi scontato del non raggiungimento del quorum potrebbe rappresentare un duro colpo per i referendum utilizzati come strumento di democrazia, forse definitivo dopo i ripetuti fallimenti. Consideriamo i quesiti di oggi. Davvero serve una così grande mobilitazione popolare? Si tratta di temi rilevanti ma molto tecnici, che dovrebbero essere affrontati in un normale iter parlamentare, da parte dei rappresentanti eletti, per i quali la democrazia si è già espressa, con le elezioni politiche.

I cittadini andrebbero coinvolti su temi di importante interesse generale, su cui davvero la responsabilità dei politici potrebbe essere addirittura troppa. Penso ad esempio all’ambiente e all’uso dell’energia nucleare, o ai diritti civili per la legalizzazione dell’eutanasia o del suicidio assistito.

Entrando nel merito dei quesiti, invece, siamo tra i Paesi che ogni anno concedono più cittadinanze, è davvero il caso di dimezzare i tempi per la concessione? Io mi concentrerei di più nell’accorciare i tempi dell’iter burocratico per coloro che hanno già acquisito il diritto.

Per quanto concerne il lavoro, invece, il problema attuale non sono tanto i licenziamenti quanto il benessere dei lavoratori e i salari troppo bassi. Su questo dovrebbe intervenire il Parlamento. Numerosi studi mostrano che solo il 5% dei lavoratori è soddisfatto del proprio lavoro. Davvero poco.

Concludo con l’astensione e il risultato scontato dei referendum odierni. Dal 1948, anno in cui entrò in vigore la Costituzione italiana, l’affluenza alle urne è sempre andata diminuendo. Se per le elezioni politiche ormai supera di poco il 50%, figuriamoci se possa arrivare il quorum per i referendum. Non sarebbe forse il caso di abbassare l’asticella prevista dalla Costituzione? Altrimenti siamo alle solite, la politica spreca noi paghiamo.

Posted in: Politica nazionale Tagged: Astensione, Astensionismo, Cittadinanza, Lavoro, Quorum, Referendum, Referendum abrogativo

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