Il premier italiano Mario Draghi e il presidente francese Emmanuel Macron hanno firmato il Trattato del Quirinale alla presenza di Sergio Mattarella.
Si tratta di un’intesa tra Italia e Francia per una cooperazione bilaterale, con consultazioni su tematiche importanti quali gli affari esteri, l’Europa, la sicurezza e la difesa, l’immigrazione, l’economia, la cultura, la ricerca ecc.
Indubbiamente è un grande risultato per il nostro Paese: la creazione di un asse italo-francese, con lo sfondo di una prestigiosa leadership europea dopo l’uscita di scena di Angela Merkel.
Io tuttavia non posso fare a meno di pensare a quanto noi italiani rosicavamo e contestavamo le intese tra Francia e Germania negli ultimi anni. Non ci garbava la velata volontà di questi due Stati di porsi alla guida di un’Europa che in realtà non è mai esistita. Le decisioni, per noi italiani, andavano prese insieme e non dovevano essere appannaggio di due stati. Come succede spesso nella vita, però, ci si dimentica facilmente del passato se si riesce a passare dall’altra parte. Vedremo quale sarà il peso di questa intesa nei prossimi mesi.
Personalmente spero che la cooperazione coinvolga, in futuro, anche altri paesi, per una migliore integrazione europea, e non crei gelosie e intemperanze negli Stati che non ci stanno ad essere esclusi dalle decisioni.
La mia idea di Europa è quella di un leader unico, votato da tutti gli stati europei, che dia credibilità e compattezza, da sfruttare sui tavoli dove sono sedute superpotenze quali Cina o America le cui decisioni ricadono anche sui singoli staterelli europei. Va bene, dunque, il gemellaggio Italia-Francia, però è necessaria una maggiore competitività a livelli più alti, serve più Europa.