A Bari nelle ultime settimane è andato in onda un vero e proprio terremoto politico-giudiziario tra inchieste, arresti, dimissioni, rottura dell’asse Pd-M5S e azzeramento della giunta regionale. Nella bufera soprattutto il Partito democratico.
Prima il ministro dell’Interno ha disposto un’ispezione antimafia per valutare un eventuale scioglimento del comune a causa di possibili condizionamenti mafiosi, poi da un’indagine della Dda di Bari è emersa l’ipotesi di voto di scambio nel 2019 per il comune: arrestati politici locali del Pd e il marito di un’assessora regionale del Pd che, indagata, si è dimessa.
Gli arresti per corruzione elettorale e voto di scambio hanno portato Giuseppe Conte a rompere l’alleanza locale col Pd e ad annullare le primarie dove si sarebbero dovuti sfidare il candidato grillino e quello del Partito democratico. Dunque niente campo largo, i due partiti correranno divisi alle prossime elezioni comunali di giugno.
Negli ultimi giorni, però, c’è stata un’altra bufera a Bari: arrestato un ex assessore all’Urbanistica alla Regione Puglia, fedelissimo del Presidente Pd Emiliano, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Bari riguardante presunti appalti truccati. A questo punto il leader del M5S ha deciso di interrompere l’alleanza con il Pd anche alla Regione Puglia, annunciando l’uscita di 4 consiglieri e di un assessore, mentre la segretaria del Pd Elly Schlein ha scelto la linea dell’intransigenza inducendo il presidente della Regione Emiliano ad azzerare la giunta regionale.
In definitiva si è trattato di un cataclisma politico, raccapricciante e squallido se si vanno a leggere i contenuti dell’inchiesta. Un sistema messo in piedi per assicurare soldi, posti di lavoro e voti alle elezioni, con l’impiego di tecnici, imprenditori e politici. Si va dalle false fideiussioni assicurative per ottenere finanziamenti pubblici alle assunzioni nelle imprese pubbliche e private in cambio di consenso elettorale, ai voti comprati a 50 euro. Sono stati ritrovati elenchi con i nomi di persone da fare assumere, descritti al telefono come gelati da pagare (per aggirare eventuali intercettazioni). Immancabili i soldi in contanti, come quelli ritrovati nei sacchi della spazzatura sul balcone di uno degli indagati.
Il tutto è molto triste, e fa perdere la credibilità di tutta la classe politica locale. Come si fa a non accorgersi di un tale sistema di potere? Se te ne accorgi e non fai niente significa che sei complice, se non te ne accorgi vuol dire che come guida politica sei alquanto inaffidabile. Forse in Puglia andrebbe azzerato tutto, non solo la giunta. Cosa dovrebbe succedere di più vomitevole?
Per quanto riguarda lo smarcamento del M5S dal Pd lo vedo come la chiara volontà di distinguersi sotto il profilo morale, utilizzando non solo le inchieste di Bari ma anche quella di Torino (dove si indaga per infiltrazioni mafiose e favori in cambio di voti per alcuni candidati del Pd alle amministrative del 2021).
Sicuramente non è questo il modo migliore per contrastare la maggioranza, che cosi viene addirittura ricompattata. Se si vuole ambire alla vittoria, o non ti allei e porti avanti le tue convinzioni o ti allei con lealtà, nel bene e nel male.
Il M5S, che era partito con l’imperativo fondamentale di non allearsi con nessuno, si è apparentato (sconfessando se stesso) prima con la Lega, poi col Pd, quindi ha fatto parte di un governo sostenuto un po’ da tutti. Negli anni ha vissuto diversi fatti vergognosi che hanno colpito gli alleati, perché scandalizzarsi adesso?
Lo smarcamento ad orologeria non funziona, l’elettore non è stupido. A Bari, invece, dove ci saranno le elezioni a giugno, abbiamo avuto un’altra conferma: ad orologeria funziona solo la magistratura.