
Durante un attacco della Russia contro l’Ucraina c’è stata in settimana un’incursione di 19 droni militari russi nello spazio aereo della Polonia, che ha risposto abbattendone almeno la metà con il supporto di aerei di paesi alleati NATO.
I polacchi accusano la Russia di avere intenzionalmente inviato i droni nel loro spazio aereo mentre la Russia parla di erronea deviazione dei droni nella loro rotta verso l’Ucraina.
Il primo ministro polacco Tusk ha chiesto l’attivazione dell’articolo 4 del trattato fondativo della NATO, che insieme all’articolo 5 sono alla base degli obblighi di supporto tra i paesi membri in caso di attacco militare. In particolare l’articolo 4 stabilisce l’avvio di consultazioni tra i membri dell’Alleanza in caso di minaccia all’integrità territoriale di una delle parti, per decidere eventuali provvedimenti da prendere, mentre l’articolo 5 parla dell’obbligo dei paesi alleati a soccorrere uno Stato membro che sia stato attaccato.
Per il segretario della NATO Mark Rutte si tratta di un fatto pericoloso e inaccettabile, a prescindere dall’intenzionalità russa, per cui ha annunciato una nuova missione di sorveglianza aerea dell’Alleanza, denominata Eastern sentry (Sentinella dell’Est), che potrebbe anche comprendere una no fly zone sui confini tra Polonia e Ucraina.
Intanto, dopo il dispiegamento di 40mila soldati polacchi sulle frontiere orientali, all’apice della tensione tra la Polonia e la Russia, sono iniziate le esercitazioni congiunte di truppe russe e bielorusse, operazione denominata Zapad 2025, con l’impiego di missili con capacità nucleare, proprio ai confini polacchi e baltici. Verranno collaudati missili che, con una gittata fino a 5500 km e con una velocità ipersonica di almeno 12000km/h, potrebbero colpire le capitali europee in circa 15 minuti.
In passato queste esercitazioni si tenevano con cadenza annuale, tuttavia dopo l’invasione dell’Ucraina sono state sospese. Ora si riparte, e anche se le forze dispiegate saranno più limitate rispetto a prima, la presenza, nelle esercitazioni, di piccole delegazioni militari di 20 Paesi amici della Russia, tra cui Cina, Corea del Nord e Iran, non deve lasciare tranquilli, soprattutto se si pensa al fatto che le ultime esercitazioni, la Zapad 2021, furono la prova generale dell’attacco all’Ucraina.
Lo sconfinamento dei droni russi sui cieli della Polonia può non volere dire niente ma può significare qualcosa di più imprevedibile nella mente dell’imperscrutabile Putin. Manifestazione di potenza? Provocazione? Sondare il terreno per valutare le reazioni degli avversari e capire se la NATO esiste ancora?
La reazione dei polacchi e del segretario NATO Rutte è da apprezzare, dimostra che l’Alleanza c’è e non sottovaluterà alcuna mossa ostile. Trump farebbe bene ad allinearsi anziché continuare a smorzare la tensione con la Russia, stendere il tappeto rosso a Putin e legittimarlo. Quest’ultimo non si lascia influenzare, ha un suo disegno geopolitico e lo persegue.
Anche le frasi russe relative all’assenza di volontà di invadere altri Stati non devono più essere prese come una certezza. Bisogna, a questo punto, ragionare sul “tutto è possibile”. Servono azioni economiche dure per mettere Putin nuovamente all’angolo.
L’immagine di 10 giorni fa della stretta di mano tra Putin, Xi Jinping, leader cinese, e Modi, leader indiano, deve far capire al presidente americano che forse è giunta l’ora di smettere di strattonare l’Europa e di confidare nella sola vicinanza con un seppure forte Israele.
Serve fare squadra con i leader europei, essere meno egoisti. Un’America con una leadership su tutto il mondo libero non può più esistere.