La diffusione della variante Delta sta facendo registrare in Italia, come già avvenuto in altri Paesi europei, un aumento dei contagi e dei ricoveri ospedalieri, certificando di fatto la nascita di una nuova ondata.
Dai bollettini epidemiologici pubblicati dall’Istituto superiore di Sanità arrivano, fortunatamente, conferme circa l’efficacia del vaccino: la percentuale dei contagi tra le persone vaccinate è notevolmente inferiore a quella dei non vaccinati (dato che inevitabilmente si modificherà in futuro per la netta maggioranza dei vaccinati rispetto ai non vaccinati) mentre da febbraio 2021 ad oggi il 99% dei decessi per Covid non aveva completato il ciclo vaccinale. Il vaccino dunque protegge per l’88.5% dall’infezione e previene al 96% le forme gravi e le terapie intensive.
Notizie rassicuranti arrivano anche dalla prestigiosa rivista medica New England Journal of Medicine: due dosi di vaccino sono efficaci contro la variante Delta.
Altro dato epidemiologico, ottimistico in ottica futura, è rappresentato dalla decrescita, nell’ultima settimana, dei contagi nel Regno Unito, dove ormai si vive praticamente senza limitazioni. I nuovi casi giornalieri diminuiscono, mentre i decessi, a parità di contagiati rispetto all’epoca pre-vaccinale, sono diminuiti del 90%. La scienza, contraria alle riaperture volete da Boris Johnson, è incredula, e il merito sembra sia da attribuire all’altissimo numero di vaccinati inglesi.
Altra novità della settimana: Anthony Fauci, immunologo e consulente del presidente USA Joe Biden, il solo autorizzato a parlare in pubblico e portavoce di tutti i colleghi (senza creare confusione in chi ascolta come succede in maniera vergognosa in Italia), ha affermato che la carica virale nei vaccinati che si infettano (evento raro) è uguale a quella registrata nei non vaccinati: dunque stessa contagiosità.
Si tratta di una notizia apparentemente negativa. In realtà fa ben sperare. Se la carica virale nei vaccinati infettati è alta e la loro percentuale di ospedalizzazione è irrisoria, significa che il vaccino funziona. Se sei vaccinato puoi infettarti ma difficilmente crepi per Covid. Considerata, inoltre, l’alta contagiosità dei vaccinati, diventa ancora più importante la vaccinazione di massa.
Stando a questi dati, infatti, il green pass dovrebbe essere riservato solo ai vaccinati e ai guariti. In un ambiente chiuso, fare entrare i vaccinati, potenzialmente positivi e contagiosi, e i non vaccinati sottoposti a tampone 48 ore prima, esporrebbe questi ultimi a contrarre l’infezione senza avere in circolo anticorpi che li proteggerebbero da forme gravi. Né si potrebbe a mio avviso sottoporre tutti i vaccinati a tampone prima di ogni evento per preservare i non vaccinati. Non se ne uscirebbe più.
Serve dunque vaccinare il più possibile, per scongiurare un’ondata più grave nei non vaccinati e nuove chiusure, e magari per sperare di cambiare l’approccio alla malattia. In presenza del 70-80% della popolazione vaccinata, con poche ospedalizzazioni e pochi decessi covid, potremmo cominciare a pensare ad una felice evoluzione verso una forma influenzale. In presenza di una vaccinazione di massa, infine, il virus circolerebbe meno con minori chance di mutare in una variante non gestibile dal vaccino.
Sicuramente, e concludo, il virus non sparirà mai totalmente, si mettano l’anima in pace coloro che non vogliono vaccinarsi sperando che l’effetto gregge faccia sparire il virus e loro la farebbero franca evitandosi anche il vaccino. Il virus circolerebbe comunque (come tutti i virus comparsi nel passato, ad eccezione di quello del vaiolo, l’unico veramente sparito dal pianeta) e sarebbe innocuo solo per quelli che hanno scelto di proteggersi. Che aspettiamo a vaccinarci tutti?