Approvato dal Consiglio dei ministri il decreto Sostegni, che distribuirà 32 miliardi di aiuti a a imprese, lavoratori, famiglie e sanità. La storia dei ristori ha francamente stancato l’Italia intera per i ritardi e gli incagli che ne hanno rallentato l’iter.
La sanatoria delle cartelle esattoriali, il blocco dell’utilizzo del cashback per reculerete 2-3 miliardi, i giusti meccanismi di distribuzione da adottare per erogare i soldi, i complicati algoritmi per calcolare i decrementi di fatturato non possono a mio avviso giustificare tali ritardi.
Sono passati 3 mesi dalla scostamento di bilancio di 32 miliardi (il governo si indebita più del previsto nel triennio 2020-2022) per finanziare questo decreto sugli aiuti economici, sono troppi. Intanto il crollo del fatturato ha causato la chiusura di imprese che con queste risorse magari avrebbero resistito o quantomeno tentato di sopravvivere. Speriamo arrivino al più presto.
Concludo con la conferenza di Mario Draghi. Si è tanto discusso della sua sobrietà, del suo apparire poco in televisione e dell’opportunità o meno di spiegare la situazione in questo periodo di emergenza, meglio ancora rispondendo alle domande dei giornalisti. Lo ha fatto in occasione di questo decreto. Bene. Però sia chiara una cosa. Draghi è un pezzo pregiatissimo della storia d’Italia, per lui fare il Presidente del Consiglio è come per un ex ministro fare il sindaco nella sua città d’origine. Ha solo da perdere in quanto a immagine. Non deve dimostrare niente, deve solo avere il coraggio di metterci la faccia. E lo sta facendo. E poi diciamolo chiaramente, l’Italia, mai come in questa fase, ha bisogno di fatti, non di televendite.