Frizioni all’interno della maggioranza in vista delle prossime elezioni europee che si terranno nella primavera del 2024.
Dalle alleanze europee, e da chi farà parte di quella che avrà la governance dell’Ue, dipenderà il futuro di ogni partito. Da qui l’interesse di ogni singolo partito, compresi quelli Italiani, di cercare l’alleanza vincente.
Nei giorni scorsi Salvini ha riunito a Firenze i sovranisti d’Europa, appartenenti al suo attuale gruppo europeo Identità e Denocrazia (ID). Qualcuno ha partecipato di persona, altri hanno mandato delegati o inviato videomessaggi. Si tratta di leader di partiti di destra o estrema destra tra cui la francese Marine Le Pen, l’olandese Eike Wilders e l’ungherese Viktor Orban.
Salvini nel suo intervento ha duramente criticato l’attuale Unione Europea (“fatta da burocrati e banchieri”) auspicando “un’Europa dei diritti e non un’Europa dei tagli”. Ha criticato, inoltre, la presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola accusandola di volere “riproporre l’inciucio con le sinistre”.
La giornata fiorentina di Salvini ha creato qualche malumore nella maggioranza, con il leader di Forza Italia Antonio Tajani che ha replicato duramente escludendo qualsiasi alleanza futura con gli antieuropeisti e Marine Le Pen. Il premier Meloni, invece, ha incontrato Salvini in un clima più distensivo, sottolineando l’importanza dell’unità della maggioranza. I dubbi per il futuro tuttavia restano.
La linea di Meloni è che Fratelli d’Italia lavorerà per una maggioranza di destra in Europa, così come vuole anche Salvini. Ma che maggioranza sarà? Giorgia Meloni, che fa parte del Gruppo dei conservatori e riformisti europei (ECR), punta al superamento della maggioranza Ursula imperniata sul tradizionale asse socialisti-popolari (che sta andando in frantumi per la crisi dei socialisti) attraverso un’alleanza tra i Popolari e i Conservatori.
La nostra premier potrebbe così diventare la protagonista di una possibile svolta a destra dell’Unione europea, che potrebbe addirittura portare Antonio Tajani alla guida della Commissione europea.
A questo punto però c’è da chiedersi: Salvini, dopo avere organizzato il raduno di Firenze, potrebbe staccarsi dall’ultradestra e convergere con i conservatori? E poi: accetterebbe una governance europea di popolari, conservatori e liberali dopo avere affermato a più riprese “mai con Macron” (liberale)? Vedremo.
Sicuramente l’obiettivo dei partiti deve essere quello di fare crescere il peso dell’Italia in Europa, soprattutto per la trattativa in corso sul nuovo Patto di Stabilità e sulla possibilità di sforare i parametri, di cui l’Italia ha bisogno a causa di anni di politica poco virtuosa. Andare divisi non aiuterebbe a ottenere risultati positivi per il nostro Paese e ridurrebbe notevolmente la credibilità del governo in Europa (e in parte anche in Italia).
Serve quindi un atteggiamento di responsabilità, non bisogna stare uniti per opportunità in Italia, e dividersi in Europa per ambizioni di partito. Prima di tutto c’è l’interesse del Paese.