PATTO MILITARE ANTI-CINA.

In settimana è stato siglato un patto storico di cooperazione militare tra USA, Australia e Regno Unito. È stato chiamato AUKUS (dalle iniziali degli Stati membri Australia, United Kingdom e United States) ed è finalizzato a garantire la sicurezza nell’area dell’Indo-Pacifico e a contenere l’espansione della Cina in tale area, considerata il nuovo baricentro del mondo (60% del Pil globale): chi controlla l’Indo-Pacifico comanda.

Il patto ricorda gli accordi del passato tra le intelligence di vari paesi del mondo per bloccare il nemico numero uno di allora: la Russia. L’avversario di tutti attualmente è la Cina (anche per la NATO, come emerso dal vertice di giugno scorso a Bruxelles), e AUKUS ne vuole arginare l’espansione attraverso la condivisione di tecnologia navale. Il patto, infatti, permetterà all’Australia di costruire sottomarini nucleari (più strategici, veloci e difficili da rilevare rispetto a quelli convenzionali) utilizzando una tecnologia fornita dagli USA.

L’alleanza prevederà, inoltre, la collaborazione strategica in cybersicurezza e intelligenza artificiale. Le pattuglie australiane potranno così operare con sistemi più all’avanguardia nell’area dell’Indo-Pacifico. E l’Europa? Ignorata.

La Francia addirittura umiliata per la cancellazione, avvenuta in diretta, di un contratto miliardario che prevedeva la fornitura, da parte dei francesi, di sottomarini militari convenzionali all’Australia. I cugini d’oltralpe parlano di una “pugnalata alle spalle”.

L’America ormai si muove senza più considerare i partner europei dell’Alleanza Atlantica, come recentemente, e scandalosamente, è appena successo nel ritiro delle truppe dall’Afghanistan. Sicuramente l’Ue paga l’atteggiamento ambiguo nei confronti della Cina, da una parte considerata avversaria e dall’altra un importante partner commerciale “da non trattare male” (basti pensare all’industria dell’auto tedesca).

L’America non ha tempo da perdere con gli indecisi, tantomeno con un’insieme di Stati che si proclamano uniti ma che non hanno una guida riconosciuta. Noi europei, privi di un esercito comune, siamo militarmente disuniti, quindi deboli e poco considerati. A breve la Merkel uscirà di scena, e Macron si candiderà a nuovo leader.

Ma chi lo riconoscerà come tale?

L’Unione va ripensata.

Il leader va scelto e votato. Altrimenti arriveranno solo sconfitte internazionali per l’Europa, che poi ricadono sui singoli Stati, Italia compresa.