Omicron è un nuovo ceppo del virus responsabile del Covid19, con dentro 43 mutazioni. Si tratta di una nuova variante che sta facendo salire l’allerta tra le autorità sanitarie di tutto il mondo.
Dal ceppo originario identificato nel 2020 sono nate nel tempo diverse varianti. Ovviamente per moltissime di esse la strada è breve, tendono a scomparire rapidamente. Altre invece si diffondono in tutto il mondo e diventano oggetto di studio di tutti gli addetti ai lavori. Ci si chiede: la nuova variante è più contagiosa? È più aggressiva e causa forme più gravi di malattia? Riesce ad eludere i vaccini?
Nel 2020 sono state identificate 3 varianti: l’Alfa (Regno Unito), la Beta (Sudafrica) e la Gamma (Brasile), che si sono quasi estinte nel 2021 grazie alla grande campagna vaccinale globale. Il loro posto è stato preso dalla variante Delta, identificata per la prima volta in India e ora dominante (95%). A novembre scorso è stata sequenziata in Sudafrica la variante Omicron.
Finora sappiamo che ha una maggiore diffusività rispetto alla variante Delta, tuttora dominante, mentre non conosciamo i dati sull’eventuale maggiore capacità di causare forme gravi di malattia. Si aspettano, invece, i primi dati clinici circa la sua capacità immunoevasiva: i test in vitro per ora mostrano una leggera minore efficacia dei vaccini disponibili, che comunque garantiscono una discreta protezione. Un report inglese parla di una spiccata capacità del virus di eludere l’immunità ottenuta con la guarigione o con due dosi di vaccino (serve la terza dose).
In Italia la variante Omicron è in crescita, i casi sono 84. Ci si aspetta un aumento dei contagi nei prossimi giorni. Il nostro Paese deve farsi trovare pronto, e che ben vengano le misure antiCovid attuate finora dal governo (colorazione delle regioni ecc.). L’esplosione di contagi dovuti alla Omicron nel Regno Unito sono infatti l’espressione di una politica antiCovid molto blanda del primo ministro Johnson.
Noi siamo indubbiamente tra i migliori. A tal proposito il prestigioso settimanale britannico “The Economist” ha definito l’Italia Paese dell’anno, quello che “dopo un 2020 difficile è migliorato di più nel 2021, con una ripresa economica più rapida rispetto a quella di Francia e Germania”. Non manca l’apprezzamento per la “strategia antiCovid dell’Italia, con un tasso di vaccinazione tra i più alti in Europa”. Dobbiamo essere orgogliosi senza abbassare la guardia di un centimetro. Omicron porta con sé tante incognite.
A mio avviso il governo sta monitorando la situazione, e qualora si dovesse palesare una risalita dei contagi passerà senza indugi all’unica soluzione per una speranza di ritorno ad una vita normale: il vaccino obbligatorio (che in verità sta già pensando di estendere ad altre categorie lavorative).
I dati ci dicono che la durata della protezione è breve a fronte dell’insorgenza continua di varianti. Bisogna, dunque, rincorrere il virus con una maggiore copertura vaccinale e impedirne la diffusione. La sua maggiore circolazione favorisce infatti la nascita di nuove varianti. L’ideale sarebbe vaccinare la popolazione di tutto il mondo, per impedire che il virus si moltiplichi e muti nei paesi meno immunizzati (Omicron è nata in Sudafrica).
Per ora sembra un’utopia, quindi prepariamoci all’obbligo vaccinale e ai richiami ricorrenti almeno per 3-4 anni, tempo necessario perché il virus muti in maniera a lui svantaggiosa.