Crescono tutti gli indicatori della pandemia. La variante inglese interessa più della metà dei contagiati, è più contagiosa e sta imprimendo una palese accelerazione alla pandemia stessa.
Il premier Draghi ha firmato il nuovo Dpcm sulle misure di contrasto alla pandemia, il primo della sua era. Fondamentalmente c’è stata una proroga del sistema a colori con un cambio delle disposizioni sulla scuole: chiusure degli istituti di ogni ordine e grado nelle aree più a rischio, disposte dai governatori regionali e dettate dalla maggiore contagiosità della variante inglese anche tra i giovani.
Mi è piaciuta l’efficacia temporale del provvedimento, un mese e non più 1-2 settimane con necessità poi di prorogare le misure o introdurne altre con Dpcm successivi, creando caos e l’impossibilità di organizzarsi al meglio.
A spiegare le misure non è stato Draghi ma ministri e tecnici. Meno spettacolarizzazione ed esibizionismo, dunque, da parte del presidente del Consiglio, che preferisce lavorare con pochi riflettori addosso. In generale stiamo assistendo ad un comportamento del premier caratterizzato da decisioni rapide che spiazzano gli stessi partiti.
In questa direzione va la scelta di nominare il generale Figliuolo, comandante logistico dell’Esercito, nuovo Commissario straordinario per l’emergenza Covid19, in sostituzione di Domenico Arcuri che ricopriva l’incarico dall’inizio della pandemia. Del precedente commissario non sono piaciute le spese folli per le mascherine in Cina o per le siringhe utilizzate per i vaccini, l’acquisto strampalato dei banchi con le rotelle e gli evidenti ritardi nella logistica.
Ci lamentiamo della carenza dei vaccini, ma di 6.3 milioni di dosi consegnate quasi 2 milioni sono ancora inutilizzate a causa di una logistica insufficiente. E se fossero arrivate tutte le consegne pattuite? Draghi ha così silurato Arcuri dalla sera alla mattina, senza troppi fronzoli, nel silenzio ipocrita dei partiti che prima lo acclamavano. Ora ci si è affidati ad uno dei massimi esperti della logistica militare, che già ha provveduto a bocciare la costruzione delle cosiddette primule volute da Arcuri, strutture da 400 mila euro (8.5 milioni di euro in totale) destinate alla vaccinazione.
Il generale Figliuolo, abituato ad una logistica spartana ma efficace, come già succede nelle missioni militari all’estero dove lui ha ben operato, ha già fatto sapere che si ricorrerà a strutture già esistenti: dalle caserme agli ospedali, dalle stazioni ai drive through utilizzati per i tamponi.
L’unica cosa che adesso importa è correre, anzi volare, con le vaccinazioni, per salvare vite umane, imprese e posti di lavoro. Si è calcolato che per raggiungere l’immunità di gregge (70% della popolazione vaccinata) entro l’autunno (vero obiettivo) occorra somministrare 325mila vaccini al giorno. Sono tanti ma ce la dobbiamo fare.
Un condottiero abituato a operare in territori di guerra potrebbe essere davvero la persona giusta.