Si sono registrati in settimana momenti di forte tensione nella maggioranza di governo. L’immagine iniziale di unità, di maggioranza eterogenea ma compatta nel sostegno a Mario Draghi, si sta drammaticamente incrinando, come ampiamente prevedibile, man mano che ci si avvicina agli appuntamenti elettorali. Presto si terranno, infatti, le Elezioni Amministrative e successivamente quelle Politiche.
Mario Draghi ha capito che le forze politiche cominciano ad agitarsi per acquisire consensi, per cui in settimana ha mandato un messaggio forte e chiaro: la linea è tracciata, stiamo con l’America per la politica estera, mentre per la politica interna vanno rispettati gli impegni presi con l’Europa. Se qualcuno non ci sta verrà posta la fiducia, come dire: o così o crisi.
In particolare il premier in questi giorni ha regolato i grillini sull’invio di armi a sostegno dell’Ucraina (politica estera) e la Lega e Forza Italia sul ddl Concorrenza (politica interna).
Per quanto riguarda l’invio delle armi sono stati firmati tre decreti, a marzo, ad aprile e a inizio maggio, con cui si è autorizzato l’invio di artiglieria pesante, senza dibattito parlamentare. La maggioranza inizialmente era compatta, successivamente il M5S si è smarcato e ha chiesto una votazione in Aula. Su questa richiesta il leader Conte non ha ricevuto l’appoggio degli altri partiti, mentre Draghi ha tirato dritto come al solito. Le armi si invieranno senza votazione, se ci saranno smarcamenti verrà chiesta la fiducia. La linea non cambia.
Il premier ha mostrato i muscoli anche per il ddl Concorrenza. Si tratta di un provvedimento fermo da mesi in Commissione Senato. Il nodo che non lo fa sbloccare è la riforma delle concessioni balneari. Una sentenza europea stabilisce che la scadenza delle concessioni di lidi e spiagge deve essere anticipata di 10 anni (dal 2033 al 2023).
In sostanza dal primo gennaio 2024 tutte le concessioni dovranno andare in gara. Andranno, quindi, definiti al più presto i criteri di affidamento delle concessioni e andranno aggiornati i canoni, ora molto bassi nella maggior parte dei casi. L’imprenditore balneare, in caso di perdita della concessione, avrà un risarcimento commisurato al valore economico dell’impresa (sarà a carico dell’imprenditore subentrante).
Lega e Forza Italia hanno chiesto un rinvio di 5 anni della riforma, che a loro dire metterebbe in difficoltà migliaia di imprenditori. Anche in questo caso, però, Draghi non accetta passi indietro. C’è una sentenza e va rispettata, stop. Il provvedimento sarà varato entro maggio. Se le forze di maggioranza non saranno d’accordo il premier si è detto pronto alla fiducia. Dopo questa parolina magica i toni si sono abbassati: “siamo ottimisti sulla possibilità di arrivare ad un accordo”.
A mio avviso quello del premier è il giusto atteggiamento. L’Europa più volte ha richiamato l’Italia per il mancato rispetto del principio di concorrenza. Non rispettare le scadenze potrebbe mettere a rischio il raggiungimento di uno degli obiettivi del PNRR, e quindi l’intero piano di aiuti europei.
I partiti stanno assumendo un comportamento strumentale al limite dell’irresponsabilità, sono pretestuosi e attaccano il governo per raccattare voti, dimenticando a volte che questo governo esiste per due motivi: emergenza Covid e fondi europei da acquisire a tutti i costi. Questo non va mai perso di vista.
Fa bene Draghi a comportarsi quasi da presidente della Bce, decidendo in prima persona e non scendendo al livello della caciara partitica. Siamo difronte ad una maggioranza di governo che un giorno fa la maggioranza, il giorno dopo fa l’opposizione, e che nonostante sia pari al 95% delle forze politiche (è fuori solo Fratelli d’Italia) costringe il Presidente del Consiglio a porre continuamente la fiducia, ormai su quasi ogni provvedimento.
L’intenzione dei partiti è quella di rendere il finale di legislatura come una lunga campagna elettorale, che si esaspererà negli ultimi sei mesi del mandato quando ormai un’eventuale crisi di governo non metterà più a rischio l’acquisizione del diritto alla pensione da parlamentare. La maggioranza è come lo champagne in una bottiglia il cui tappo non presenta più la gabbietta in metallo. È pronta a esplodere in qualsiasi momento.
Draghi lo ha capito e fa bene a comportarsi di conseguenza.