Si parla di abuso edilizio quando una casa o un’opera viene realizzata in violazione delle norme urbanistiche, e quindi senza l’autorizzazione della pubblica amministrazione o in difformità ad un progetto presentato e accettato.
In sostanza una casa è abusiva quando viene costruita senza alcun permesso oppure quando viene aggiunta una volumetria, anche in questo caso senza permesso.
Si tratta purtroppo di un fenomeno che riguarda vaste aree del nostro Paese e che è venuto alla ribalta in questi giorni in seguito alla frana che circa una settimana fa ha colpito l’isola di Ischia causando 11 morti (si continua a scavare nel fango alla ricerca dell’ultimo disperso).
Sono stati presi di mira i condoni approvati nel corso degli anni che hanno favorito questa e altre tragedie. In particolare si è tanto parlato del “decreto Genova” approvato nel 2018 dal primo governo Conte e che conteneva le misure per la costruzione di un nuovo ponte a Genova dopo il crollo del ponte Morandi.
Nel decreto erano state inserite alcune norme sulla ricostruzione delle case di Ischia distrutte dal terremoto del 2017: l’articolo 25 (“definizione delle procedure di condono”) consentiva di accelerare le pratiche per sanare gli abusi edilizi compiuti sulle case danneggiate o distrutte, per cui i proprietari potevano ricevere più velocemente i fondi statali. In realtà non si è trattato di un nuovo condono, ma di un andare incontro a chi aveva fatto richiesta di una sanatoria attenendosi a 3 condoni edilizi degli anni precedenti (1985, 1994 e 2003).
A mio avviso parliamo comunque della stessa cosa: non è un condono vero e proprio, ma una norma che garantisce, anche velocemente, l’applicazione dei condoni precedenti. Tuttavia c’è poco da dare colpe specifiche a questo o a quel partito, il provvedimento è stato firmato trasversalmente da diversi schieramenti. Se non condividi una norma non la firmi.
L’abusivismo edilizio ha coinvolto tutte le regioni e riguarda costruzioni realizzate soprattutto negli anni 70-80-90. È una piaga che nel tempo può diventare sempre più pericolosa a causa del dissesto idrogeologico causato in parte dai cambiamento climatico, che provoca grandi quantità di pioggia, e in parte dalle attività umane (cementificazione scriteriata, deforestazione ecc.). Si è calcolato che circa 7.5 milioni di italiani vivono in zone con alto dissesto idrogeologico.
Serve l’abbattimento delle case costruite dal giorno alla notte, con materiali scadenti e senza osservare le previste norme di sicurezza, in aree idrogeologiche riconosciute delicate. Si tratta purtroppo di un abusivismo spesso non contrastato dalla politica locale, addirittura a volte si è parlato di “abusivismo di necessità”(c’è troppo turismo quindi servono case) o legato al bisogno di incoraggiare la ripresa edificatoria.
A mio parere alcune forme di condono sono necessarie, non si può pensare di abbattere un’enormità di case. Sicuramente non servono i condoni ad ampio raggio, una cosa sono le case costruite in zone a vincolo assoluto o in zone ad alto rischio (lì bisogna demolirle speditamente), una cosa è continuare a contestare una finestra costruita 10 centimetri più sopra o una parete spostata di 20 cm rispetto ad un progetto.
L’abbattimento, inoltre, richiede tempi lunghi, con ricorsi che rendono interminabile l’iter. Meglio concentrarsi sulle urgenze, affidandosi ai geologi che realizzino delle mappe rendendo facilmente individuabili le zone ad alto rischio. Lì bisogna abbattere subito, senza pietà, senza se e senza ma.