Domenica scorsa si sono tenute le elezioni amministrative in diversi comuni e città italiane per il ballottaggio e per il primo turno: è stata una vittoria netta del centrodestra.
Si votava in tredici capoluoghi di provincia, è finita 9 a 3, con Terni espugnata da una lista civica (comunque vicina al centrodestra). Anche in Sicilia e Sardegna, dove si è votato per il primo turno, il centrosinistra è apparso in difficoltà. Il Pd, inoltre, ha perso anche nelle ormai ex roccaforti rosse: emblematico il risultato di Ancona, unico capoluogo di regione e governata per decenni dal centrosinistra, finita al forzista Daniele Silvetti.
Il Pd, principale partito di opposizione, esce dunque con le ossa rotte, mentre il M5S non è pervenuto, come spesso succede nelle tornate elettorali non nazionali. Se la maggioranza si gode il risultato elettorale, nei partiti di opposizione invece è tempo di riflessioni.
La vittoria del centrodestra, infatti, non era in discussione, visto il recente e netto successo alle politiche del 25 settembre. C’era tuttavia la speranza di una risalita delle opposizioni, soprattutto nei ballottaggi che di solito vanno al centrosinistra grazie ad alleanze posticce. Invece il nulla. L’opposizione ha certificato la sua inconsistenza.
La sconfitta netta del Pd e del M5S si riflette inevitabilmente nella sconfitta dei due leader, Elly Schlein (che, vittoriosa alle primarie, non ha dato lo scossone sperato) e Giuseppe Conte. Il Pd è una polveriera, con la leader accusata di agire sostanzialmente in solitudine e di non essere molto attiva nelle proposte, ricorrendo eccessivamente al mantra “governo fascista”, che dopo un po’ stanca. Nel M5S, invece, Giuseppe Conte se la deve vedere con i sondaggi sfavorevoli, che vedono Chiara Appendino e Virginia Raggi in netta ascesa, e guardate da una parte del Movimento come una possibile svolta che li riporti alle origini.
L’opposizione, dunque, va ricostruita. L’alternativa non esiste, né l’alleanza Pd-M5S sembra poter impensierire l’attuale maggioranza. Lo dimostrano le elezioni a Catania dove il candidato di centrodestra ha stravinto contro quello di centrosinistra sostenuto da Pd e M5S.
A mio avviso agli elettori dem non piace il M5S, ai grillini non piace il Partito democratico. La soluzione è un campo alternativo, con il reintegro degli alleati-coltelli Calenda e Renzi, e con una proposta chiara su ogni tematica. Limitarsi a dire no a tutto non funziona e non aiuta. Serve altro per la maratona che porterà alle elezioni europee del 2024.
La maggioranza, come spesso accade, sfrutta il vento a favore che si ha nei primi mesi dopo avere vinto alle politiche, affermandosi nettamente sia alle elezioni regionali di febbraio che a queste elezioni amministrative. Tuttavia non bisogna mai abbassare la guardia, i ritardi nella presentazione dei progetti alla Commissione Ue mostrano un certo affanno sul Piano per la ripresa (Pnrr), e dopo mesi dalle politiche gli elettori diventeranno sempre più esigenti.
Le elezioni europee, dunque, saranno la prossima grande sfida, le forze di maggioranza procedono unite (anche se non mancano le rivalità interne), mentre quelle di opposizione sono ancora in alto mare, molto lontane dalla terra ferma.