Alfredo Cospito è un anarchico insurrezionalista, condannato nel 2013 a 10 anni e 8 mesi di carcere per avere sparato alle gambe nel 2012 Roberto Adinolfi, ad di Ansaldo nucleare, e a 20 anni di carcere per un attentato nel 2006 alla Scuola allievi Carabinieri di Fossano (l’esplosione non causò né morti né feriti).
Cospito, leader di un movimento anarchico che negli anni è stato accusato di oltre 50 attentati e di associazione per delinquere con finalità di terrorismo, è stato inizialmente inserito in un regime carcerario di alta sicurezza (in cui si gode di qualche diritto o libertà) per poi essere sottoposto dal ministero della Giustizia, a partire dall’aprile 2022, al regime 41-bis per 4 anni.
Si tratta del cosiddetto “carcere duro”, introdotto dopo le stragi mafiose del 1992, applicato soprattutto contro detenuti condannati per mafia, e che comporta un isolamento estremo, da molti considerato una tortura democratica. Il detenuto è rinchiuso in una cella minuscola, poco più grande del letto, isolato dagli altri, ore d’aria limitate e anch’esse in isolamento, colloqui videoregistrati limitati (una volta al mese) e solo con i familiari senza possibilità di contatto fisico, privazioni di giornali o libri, assenza totale di ogni tipo di attività, in sintesi: il vuoto.
Cospito da tre mesi è in sciopero della fame per contestare il 41-bis. A dicembre il Tribunale di sorveglianza ha respinto un suo reclamo per cui la misura è stata confermata. Il 24 febbraio si pronuncerà la Cassazione.
Il caso Cospito fa discutere per diversi motivi. Innanzitutto l’opinione pubblica si chiede se ci sia una giusta proporzionalità tra la pena a cui è stato condannato (41 bis) e i reati di cui è responsabile. Per il governo è una giusta pena, perché Cospito durante la detenzione trovava il modo di mandare agli anarchici messaggi di incitamento alla lotta, anche armata. Da qui il 41-bis, nato essenzialmente per impedire ai boss mafiosi di avere comunicazioni con l’esterno.
In questi giorni però si è abbattuta una vera bufera politica per un’altra questione legata al caso Cospito: alla Camera il deputato di FdI Giovanni Donzelli ha denunciato, per avvalorare la tesi secondo cui si tratta di una giusta pena, una presunta collaborazione tra le mafie e Cospito per spingere lo Stato ad abolire il 41-bis, e ha accusato alcuni esponenti del Pd di avere visitato in carcere lo stesso Cospito (lasciando intendere che si trattava di visite finalizzate a sostenere la sua battaglia al 41 bis). Lo stesso Donzelli ha poi rivelato di avere appreso le informazioni dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che ha confermato.
A questo punto il Pd ha accusato Donzelli di avere rivelato informazioni riservate circa le conversazioni Cospito-mafiosi. Il ministro Nordio ha affermato che non si tratta di documenti ricoperti da segreto, mentre il Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria), che afferisce allo stesso ministero della Giustizia, ha fatto sapere che le informazioni non erano divulgabili pur non essendo secretate.
A mio avviso si tratta di un paradosso vero e proprio: è possibile che dopo giorni di polemiche ancora non si capisce se queste informazioni erano segrete o meno? Trovo sbagliato, inoltre, il comportamento delle forze politiche intorno a questa vicenda.
A prescindere dalla segretezza delle informazioni, era il caso di annunciare una questione così delicata, quale potrebbe essere il legame tra l’anarchico e le mafie, in questa maniera, urlando e innescando una polemica con gli avversari politici? Le cose importanti vanno dette bene e al momento dovuto, altrimenti si rischia banalmente di spostare il centro del dibattito, che doveva essere sulla necessità o meno di rivedere il 41-bis per Cospito e non sulla polemica sterile Pd-FdI.
E poi mi chiedo: perché gli esponenti del Pd sono andati a trovare un detenuto anarchico in carcere? Le polemiche sembrano avere messo in secondo piano questo aspetto che invece andrebbe meglio spiegato dai protagonisti.
Per quanto riguarda le forze di opposizione, inoltre, non trovo istituzionale la mancanza di interventi sugli eventi che si stanno succedendo in seguito al caso Cospito.
I movimenti anarchici (che vogliono l’anarchia: un sistema sociale basato sull’associazione libera tra le persone che si aiutano tra loro, autogestita e senza gli Stati, senza i governi e i loro apparati, senza le forze di polizia ecc., senza gerarchie politiche, economiche e sociali) in questi giorni hanno attaccato le ambasciate italiane all’estero, hanno manifestato con scontri in piazza, hanno minacciato attentati, e fatto delle accuse gravissime nei confronti di esponenti del governo, un vero e proprio attacco alle Istituzioni.
Personalmente mi sarei aspettato una condanna ferma da parte di tutte le forze politiche, bipartisan, trasversale, e questo non sta succedendo. Ora la palla passa al governo che dovrà decidere se togliere, difronte alle pressioni, il carcere duro a Cospito e più in generale se cambiare il 41-bis. Se cederà perderà lo Stato?