I RITARDI INACCETTABILI DEL PNRR. 2 Aprile 2023 Next Generation Eu (noto anche come Recovery Fund o Recovery Plan) è un fondo di 750 miliardi di euro approvato nel 2020 dal Consiglio europeo al fine di sostenere la ripresa economica degli Stati membri colpiti dalla pandemia Covid-19. All’Italia sono stati destinati più fondi rispetto ad altri Paesi, circa 190 miliardi, di cui 70 a fondo perduto e 120 di prestiti. Per accedere a questi fondi ciascun Paese ha dovuto presentare un Piano nazionale (PNRR: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) di investimenti e riforme da attuare entro il 30 giugno 2026. L’Europa ha messo giustamente dei paletti indicando gli ambiti in cui i soldi devono necessariamente essere spesi. Sono essenzialmente 6: transizione ecologica, digitalizzazione e innovazione, inclusione sociale e coesione, istruzione e ricerca, infrastrutture, salute. In questi giorni la Corte dei conti, deputata al controllo dello stato di attuazione del Piano, ha segnalato una serie di ritardi nel cronoprogramma di attuazione, ritardi che sono stati ammessi dallo stesso ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, secondo il quale l’Italia potrebbe non spendere tutti i fondi destinati entro il 2026 e che sicuramente non riuscirà a portare a termine alcuni obiettivi che si era prefissata. A questo punto è partita una trattativa tra il governo italiano e la Commissione europea, che ha fatto chiaramente capire che non sono possibili rinvii delle scadenze già previste. Bruxelles ha invece accordato un altro mese per le valutazioni sul raggiungimento degli obiettivi relativi al primo trimestre 2023. In sostanza la Commissione europea ci è venuta incontro, accetterà le modifiche presentate dall’Italia entro la fine di aprile, per cui alcuni progetti verranno cambiati, altri addirittura espulsi dal Piano. Per ora, dunque, la terza rata, di 19 miliardi, è stata congelata (ogni rata del PNRR è legata a diverse scadenze e obiettivi imposti dall’Ue, e il mancato rispetto può fare perdere il diritto di ricevere le rate successive), ma sicuramente arriverà. A mio avviso quella sul PNRR è una partita da vincere a tutti i costi. L’Italia storicamente ha difficoltà a spendere i fondi europei: nel quinquennio prima del PNRR aveva speso solo il 50% dei fondi europei tradizionali, cosa che trovo davvero assurda, visto che potevano essere utilizzati per correggere gli squilibri sociali ed economici tra il Nord e il Sud del nostro Paese. Adesso abbiamo la possibilità di usufruire del più grande programma d’investimento dal dopoguerra ad oggi, il record dei fondi (molto di più degli altri Paesi) da spendere nel prossimo triennio, non possiamo sprecarlo. Sarebbe una figuraccia storica. A cosa sono dovuti i ritardi sulla tabella di marcia? Tra i motivi c’è sicuramente la burocrazia della Pubblica Amministrazione (per aver un passaporto ci vogliono 9 mesi) che causa ritardi nell’apertura delle gare d’appalto, nell’assunzione di tecnici ecc. Poi c’è da considerare la carenza di personale negli enti locali: mancano fisicamente le persone qualificate a portare avanti i progetti (Draghi ha provato ad ampliare gli uffici tecnici ma anziché 15000 assunzioni ne sono state fatte 2500). C’è, inoltre, la poca capacità dei negoziatori della struttura italiana preposta al PNRR. È di questi giorni la notizia che molti di loro vadano a Bruxelles senza essere in grado di confrontarsi in inglese, ricorrendo all’interprete simultaneo (che impressione diamo?). Infine metto i continui cambi di governo che creano solo danni. Il PNRR è nato nel 2020 quando il premier era Giuseppe Conte. Il Piano col tempo ha mostrato delle carenze, per cui il governo Draghi lo ha dovuto riscrivere in 40 giorni. Ora col governo Meloni vengono chieste delle modifiche che dovranno essere fatte in 30 giorni per dimostrare di essere pronti a ricevere la terza rata di 19 miliardi. L’Europa si sta stufando, credo che sia arrivato davvero il momento di darsi una regolata. Trovo sbagliate, e concludo, le polemiche politiche intorno al PNRR, col Pd che accusa il governo di mettere a rischio il Piano (sembrando di tifare quasi per il fallimento) e la maggioranza che potrebbe scaricare le responsabilità sui governi precedenti. Nei mesi scorsi sono stati pensati e creati dei progetti, ora è arrivato il momento di realizzare concretamente quanto progettato. Bisogna essere lucidi e determinati, riducendo la farraginosità delle procedure e impiegando personale competente. Senza scusanti. Il PNRR non deve essere visto come un impegno gravoso, ma come una splendida e irripetibile opportunità.