Mario Draghi ha incontrato Joe Biden a Washington. È stata la prima visita di un leader europeo alla Casa Bianca dall’inizio della guerra in Ucraina, a dimostrazione del fatto che Italia e Stati Uniti hanno una “lunga storia di legami condivisi”, come ha sottolineato il presidente americano, che ha elogiato il premier italiano per il suo sforzo, a suo dire riuscito, di unire Nato e Ue.
Biden ha rimarcato, inoltre, che “la cooperazione dell’Italia è fondamentale”, e ha definito Mario Draghi un grande amico ed alleato. Una bella accoglienza.
Il presidente del Consiglio italiano invece ha inizialmente enfatizzato la forte unione, esistente da sempre, tra Stati Uniti e Italia, e poi è andato rapidamente al cuore del messaggio che ha voluto portare al presidente USA: “Dobbiamo utilizzare ogni canale per la pace, per un cessate il fuoco e l’avvio di negoziati credibili”. Si è trattato di una richiesta di maggiore sforzo diplomatico per arrivare a un cessate il fuoco e a una soluzione del conflitto. Un invito, dunque, a favorire i negoziati tra Russia e Ucraina.
In realtà i negoziati vanno avanti dall’inizio della guerra con scarsi risultati. Le delegazioni russe ed ucraine si sono incontrate inizialmente in Bielorussia, poi si sono confrontate in videochiamata. A marzo si è tenuto un incontro, forse il più importante, tra i ministri degli Esteri dei due Paesi, in Turchia. Purtroppo si è trattato sempre di un fallimento.
A nulla, inoltre, sono valsi i tentativi di vari leader mondiali di contattare Putin invitandolo a negoziare. Ci hanno provato il presidente francese Macron (il più attivo in assoluto), il cancelliere tedesco Scholz, il primo ministro israeliano Bennett, il segretario generale dell’ONU Guterres, e addirittura Papa Francesco. Nessuno è riuscito a influenzare l’andamento delle operazioni militari.
La domanda che tutti si pongono è però la seguente: si sta facendo davvero di tutto per favorire i negoziati? L’Occidente sta ricevendo pesanti critiche in questo senso. Gli Stati Uniti, in particolare, sono accusati di avere interesse a un’escalation militare con la Russia, dal momento che aiutare militarmente l’Ucraina significa sostenerne la resistenza e prolungare la guerra “fino all’ultimo ucraino”.
Questa è la teoria dei cosiddetti pacifisti, che ci può anche stare. Però non è tutto così semplice come si possa pensare. Anche io vorrei i negoziati oggi e la fine immediata del conflitto. Se però siamo tutti bravi ad invocare i negoziati, nessuno si esprime con tanta facilità circa i contenuti del negoziati stessi. Intorno a cosa si dovrebbe negoziare? Silenzio assoluto.
Si tratterebbe di uno scambio, dare e ottenere qualcosa in cambio. Cosa dovrebbe concedere l’Ucraina? Putin, dopo le perdite militari e il prezzo politico che sta pagando, davvero si accontenterebbe della Crimea, del Donbass e della neutralità dell’Ucraina? Per me no.
I negoziati non si fanno perché non li vogliono i protagonisti. Che fare? A mio avviso ha ragione Draghi nel dire che “ora Biden e Putin devono parlarsi”. Favorire i negoziati non significa più invocarli (le parti in causa non li vogliono e si accusano a vicenda per l’insuccesso delle trattative) ma partecipare, dire chiaramente chi deve dare cosa a chi.
Capisco che sia difficile, nessuno vuole arretrare su niente. Però è l’unica strada percorribile per un cessate il fuoco meno lontano. Sicuramente buona parte dello sforzo diplomatico è fatta in segreto, se ne parlerà a cose fatte o forse mai. Non ci resta che attendere gli eventi.
Concludo con la posizione dell’Italia. Noi siamo con gli americani, è palese. Draghi si rivolge solo a Biden, mentre il presidente francese parla con Putin, ergendosi a protagonista della conduzione europea della trattativa con il leader russo e prendendo spesso le distanze dalle dichiarazioni, a suo dire rischiose, del presidente americano. A mio avviso non si tratta di un atteggiamento ipocrita dell’Italia che manda avanti gli americani e la Nato per poi seguirli. È semplicemente buon senso e volontà di essere uniti, fare squadra e riconoscere un leader. Uniti si vince.
L’italia si è schierata ufficialmente. Guardando la storia, questa è già una notizia.