Il 24 febbraio 2022 sarà ricordato come il giorno in cui il Presidente russo Vladimir Putin ha invaso l’Ucraina scatenando una guerra le cui proporzioni sarà il futuro a dircele. Si tratta del più grande attacco militare in Europa dopo la seconda guerra mondiale. La capitale Kiev è sotto assedio.
Stiamo assistendo sgomenti a immagini di bombe, attacchi aerei e vittime militari e civili che sembrano essere trasmesse da telegiornali di circa un secolo fa. L’obiettivo del leader russo è ormai chiaro a tutto il mondo: destituire la dirigenza politica ucraina (magari sostituendola con uomini ucraini filorussi), in primis il presidente ucraino Zelensky, che da sempre ha strizzato l’occhio all’Occidente chiedendo di fare aderire l’Ucraina all’Ue e alla NATO.
Putin non tollera neanche lontanamente questa ipotesi per cui ha optato per l’invasione del paese ucraino, lanciando di fatto la sfida all’America e a tutto l’Occidente, che si sono da subito mostrati sdegnati. La risposta dell’America e dell’Europa non si è fatta attendere. Per ora niente aiuti militari sul campo (come il Presidente Zelensky avrebbe sperato) ma sostegno umanitario, fornitura di armi e sanzioni alla Russia.
Nel giro di pochi giorni sono stati adottati pacchetti di sanzioni sempre più severe che mirano a colpire duramente l’economia della Russia e a isolarla nella comunità internazionale. Ad essere aggrediti sono l’energia, la finanza e i trasporti russi. Putin e il suo staff fanno sapere che reagiranno con fermezza alle sanzioni, generando paura in tutto il mondo, essendo la Russia una grande potenza nucleare. A noi non resta che aspettare attoniti gli eventi dei prossimi giorni.
Ci limiteremo alle sanzioni? Basteranno a fare davvero del male alla Russia? Putin si è sicuramente cautelato, il recente accordo energetico siglato con la Cina che acquisterà enormi quantità di petrolio e gas rappresenta una delle tante linee di credito che saranno utilizzate per sopravvivere alle future nuove sanzioni imposte dall’Occidente.
L’attenzione di tutto il mondo è però rivolta agli effetti che queste sanzioni sortiranno anche per altri motivi: se l’intervento occidentale sarà limitato solo a questo e non si avranno grossi scossoni nell’economia russa, la Cina, sulla scia dell’invasione dell’Ucraina, potrebbe a breve invadere Taiwan, dove esiste una crisi simile a quella Ucraina. E c’è chi sostiene che magari a Putin potrebbe passare per la testa di continuare a invadere altri stati, la Polonia, l’Ungheria, per inseguire un sogno Imperialista, il sogno di far rinascere una sorta di ciò che l’Occidente ha distrutto, l’Unione Sovietica. Non a caso la NATO ha deciso di inviare truppe e mezzi militari nei paesi confinanti con la Russia. Vedremo cosa succederà.
Concludo con il comportamento assunto dall’Italia. Noi ci siamo esposti parecchio, come d’altronde altri importanti stati europei: “sulle sanzioni alla Russia l’Italia è per la linea dura”. Probabilmente nei prossimi giorni invieremo aiuti militari (equipaggiamenti, armi ecc) agli ucraini. Siamo allineati a tutto l’Occidente, nonostante lo scotto delle sanzioni sarà pagato anche dall’Europa stessa, Italia in testa. Importando tantissimo gas dalla Russia, avremo sicuramente delle conseguenze in termini di prezzi.
Spero che la situazione che si sta creando per noi italiani (caro bollette, caro benzina ecc.) serva da lezione alla nostra classe dirigente nel prendere decisioni al momento opportuno senza andare dietro alle ipocrisie ambientaliste di chi rifiuta i termovalorizzatori, le centrali nucleari o le trivellazioni nel mare Adriatico per ottenere il gas presente in abbondanza, e poi pretende di avere prezzi bassi.
Non funzionerà più così, il costo delle materie prime sarà sempre più elevato e pensare di farla franca con il sedere degli altri (“tu ti intossichi con gli impianti e io pago poco”) non sara più sostenibile.