È stata la settimana dell’entrata in vigore dell’obbligo del green pass per l’accesso ai luoghi di lavoro pubblico e privato. C’era preoccupazione per possibili disagi, disservizi, proteste o blocchi di attività che fortunatamente non si sono verificati.
Il timore era giustificato alla luce degli scontri e delle violenze in cui era sfociata la manifestazione anti green pass che si era tenuta qualche giorno prima a Roma. Nell’occasione era stata assaltata la sede della Cgil con devastazione di alcuni uffici, mentre per gli scontri venivano arrestati esponenti di spicco del partito di estrema destra Forza Nuova.
A seguito di questa vicenda si è tornato a parlare di apologia del fascismo, con la deposizione di 4 mozioni (Pd, Leu, M5S e Italia Viva) per lo scioglimento, da parte del governo, di Forza Nuova e dei movimenti neofascisti. Nella polemica, inoltre, è stato tirato in ballo anche il partito della Meloni, Fratelli d’Italia, accusato di essere anch’esso velatamente fascista.
Io personalmente trovo alquanto strano l’atteggiamento dei politici che solitamente non risolvono i problemi di natura squisitamente politica e si affidano alla magistratura quando non sanno che pesci prendere. In questo caso, invece, in cui dovrebbe essere proprio la magistratura a individuare i reati ed eventuali tentativi eversivi, la politica pensa bene di agire direttamente senza ricorrere ai tribunali, con lo scioglimento di un partito attraverso una votazione a maggioranza nel Parlamento. Delirio di onnipotenza, quasi da totalitarismo. I poteri devono rimanere divisi, ad ognuno il suo.
Per quanto riguarda Fratelli d’Italia, spesso etichettato come partito fascista, penso che la cosa sia alquanto ridicola. La Meloni ha fatto nascere questo partito dalle macerie del centrodestra, e lo ha portato ai vertici del gradimento degli italiani. Cosa gliene può fregare del fascismo e dei metodi che lo caratterizzavano? Perché dovrebbe farsi questo autogol? Sicuramente dalle sue affermazioni si evince un’esaltazione del concetto di nazione, tipico della destra di altri tempi, ma di certo non c’è mai stato un minimo riferimento ai metodi della dottrina fascista. Polemica senza senso.
Tornando al green pass, la sua applicazione in Italia è tra le più rigide nel mondo. Tutti i Paesi ci guardano con attenzione. D’altra parte, con la vaccinazione anticovid che non procede come si sperava, il governo ha il dovere di preservare l’incolumità della collettività (no-vax compresi). Le vie, dunque, sono due: la vaccinazione obbligatoria o il green e pass. Quest’ultimo, però, a mio avviso, non deve essere concepito per rendere la vita impossibile a chi ha scelto di non vaccinarsi. Io abbasserei ancora i prezzi dei tamponi (5 euro) e darei alle aziende l’onere di organizzare (non di pagare) l’esecuzione dei tamponi per i dipendenti, con una durata della validità dei test rapidi aumentata a 72 ore. Le regole ci devono essere, ma non va mai perso di vista il buon senso.