Scontro governo-toghe in seguito alla decisione della giudice di Catania, Iolanda Apostolico, di liberare (non convalidando il loro trattenimento) 3 migranti tunisini dal Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Pozzallo, dove erano stati trattenuti in base al recente decreto migranti “Cutro” (che mira ad accelerare le procedure di espulsione dei migranti che non ottengono l’asilo).
La giudice ha ritenuto illegittime alcune parti del decreto appena approvato dal governo per arginare il fenomeno migratorio, a suo parere non conformi alla Costituzione e in contrasto con la sovrastante normativa europea.
La decisione ha portato a durissime contrapposizioni, con la premier Meloni che si è detta “basita” e il governo che presenterà ricorso in Cassazione, mentre l’Associazione nazionale magistrati ha accusato l’esecutivo di mettere in discussione l’indipendenza e l’autonomia della magistratura.
In settimana è poi spuntato un video del 2018, che ritrae un gruppo di manifestanti in protesta con il governo giallo-verde Conte I al porto di Catania, dove da giorni ormeggiava la nave della guardia costiera Diciotti con a bordo centinaia di migranti, tratti in salvo qualche giorno prima perché in difficoltà davanti a Lampedusa. Al Viminale sedeva Matteo Salvini, che in quel periodo aveva appena iniziato la sua guerra agli scafisti e all’immigrazione clandestina.
Nel video, tra i manifestanti che urlavano in faccia alle forze dell’ordine “assassini” e “animali”, si nota in prima fila, davanti ai poliziotti in tenuta anti sommossa, la giudice di Catania Iolanda Apostolico, che tuttavia non partecipava agli schiamazzi sguaiati. Il fatto ha suscitato ovviamente altre polemiche, con il presidente dell’Anm che ha esortato la politica a non mettere in dubbio la terzietà dei giudici e a non fare lo screening della vita privata dei giudici stessi.
In definitiva abbiamo assistito ad un vero e proprio scontro tra le istituzioni democratiche del nostro Paese, il governo da una parte e la magistratura dall’altra.
Per quanto riguarda la decisone del giudice di Catania c’è da chiedersi a mio avviso se un giudice possa esimersi dall’applicare una legge dello Stato. Sono altri gli organi preposti a decidere se una legge sia costituzionale o meno. Il magistrato deve fare rispettare le leggi, che non sono scritte da lui, ma dai politici, eletti dal popolo per legiferare.
Da sempre tanti magistrati sono attratti dalla possibilità, a mio parere sbagliatissima, di fare politica. Questo a volte potrebbe portare la magistratura a sentenze clamorose o a decisioni in contrasto con il governo di turno (preparando il terreno per entrare in politica), sostituendosi all’inconsistenza dei partiti di opposizione. È una manfrina stucchevole che va ormai avanti da anni.
Capitolo video che ritrae la giudice tra i manifestanti: lo trovo semplicemente ingiusto per chi crede nelle istituzioni. Un magistrato non può scendere in piazza e stare in mezzo a delle persone che urlano contro i poliziotti che “rappresentano” lo Stato, proprio come il magistrato. Il giudice deve essere imparziale, e deve (sottolineo “deve”) apparire imparziale. Altrimenti si perde totalmente la fiducia del cittadino nel potere giudiziario.
Con quale spirito posso accettare una sentenza a me sfavorevole se il giudice, che deve decidere, condivide sui social o scende in piazza manifestando delle posizioni diametralmente opposte alle mie? Diventa imbarazzante anche per la magistratura difendere un giudice che con il suo comportamento dimostra di fare politica militante: se appari in una manifestazione di protesta contro il governo sei già schierato, fine di ogni discussione. E non va bene.