In settimana abbiamo assistito alla prima vera frattura all’interno del governo, cosa a cui siamo ormai abituati da anni essendo guidati per lo più da Esecutivi non scelti dal popolo ma creati a tavolino e caratterizzati da forze di maggioranza unite dalla voglia di poltrone e poco altro.
I ministri della Lega hanno infatti deciso di astenersi sul decreto Covid riguardante le riaperture di domani perché contrari al mancato spostamento del coprifuoco dalle 22 alle 23 e al divieto dell’apertura dei bar e dei ristoranti al chiuso in zona gialla. Il decreto è stato comunque approvato, però si è trattato di uno scossone vero e proprio (Draghi ha parlato di “precedente grave”), soprattutto se si considera l’importanza del provvedimento e il mancato sostegno di uno dei principali partiti della maggioranza.
Non è piaciuto neanche il comportamento dei leghisti che in un confronto preliminare con il premier e gli altri partiti di maggioranza avevano prima garantito il sostegno per poi sfilarsi all’ultimo momento. In realtà si sono mostrati critici anche Forza Italia, Italia Viva e alcuni presidenti di Regioni, tra cui Bonaccini del Pd. L’atteggiamento della Lega sembrerebbe dettato da una riduzione, nei sondaggi, della distanza tra la Lega, prima nettamente in vantaggio, e gli altri partiti, e da una crescita costante, nell’elettorato di destra, di Fratelli d’Italia che sta all’opposizione. Da qui la volontà di Salvini di rendere la Lega un partito di lotta e di governo.
Io personalmente non ho mai creduto a queste accozzaglie al timone del paese. Di questo governo, in particolare, ho sempre sottolineato la volontà dei parlamentari, che tirano per la giacchetta i propri leader di partito, di resistere fino al raggiungimento del diritto alla pensione (4 anni e mezzo di legislatura). E lo squallore massimo si paleserà quando tale obiettivo sarà raggiunto e i partiti si smarcheranno dal governo, preparandosi per le elezioni successive. Manca poco. Nel frattempo assisteremo a strappi ricorrenti e molto tristi.
La spaccatura di questi giorni è legata allo scontro tra aperturisti e rigoristi (o chiusuristi). A mio avviso è una farsa, una presa per i fondelli. Tanto alla fine tutti rinnegheranno tutto. Ricordo bene cosa è successo lo scorso anno quando, le stesse persone che in passato criticavano il premier Conte per la mancanza di coraggio nelle aperture, lo attaccarono successivamente e ferocemente in autunno, in occasione della seconda ondata del Covid19, per il fatto che in estate era stato troppo leggero nelle restrizioni, quando il contagio era pressoché sparito. Di che parliamo?
Concludo con una domanda a cui neanche i virologi sanno dare una risposta: la scorsa estate si erano quasi perse le tracce del coronavirus, come mai? Perché col caldo e all’aria aperta ha avuto difficoltà a diffondersi o perché c’era stato un lockdown rigoroso in primavera (che quest’anno non è stato attuato)? Ci avviciniamo all’estate con questa attesa, ancora più fiduciosi per il vaccino che lo scorso anno non c’era. Se però malauguratamente in estate il contagio salirà, la colpa sarà di Draghi, e lo accuseranno tutti, aperturisti, chiusuristi, pauristi, menefreghisti, scienziati, nessuno escluso.