L’anno scorso si è chiuso con due fatti di primissimo piano: l’approvazione del Patto di Stabilità europeo e la bocciatura italiana del Mes.
Il primo entrerà in vigore dalla prossima primavera dopo la sospensione, dal marzo 2020, a causa della pandemia. Gli Stati dovranno mantenere il deficit al di sotto del 3% del Pil e il debito al di sotto del 60%, con l’introduzione di una flessibilità di 3 anni in cui la Commissione europea dovrà tenere conto degli interessi sul debito dei singoli Stati in modo da lasciare più spazio per gli investimenti.
Per il Mes (meccanismo europeo di stabilità) invece l’Italia è stata l’unico Paese dell’Unione europea a dire no alla ratifica parlamentare della sua riforma. Il Mes o fondo salva-Stati è un meccanismo strategico dell’Ue che tende a garantire la stabilità finanziaria nella zona euro. In particolare fornisce assistenza finanziaria ai Paesi europei in difficoltà finanziaria. Il no dell’Italia alla ratifica della riforma del Mes ha comportato la sua bocciatura, per cui resta congelato, almeno per ora. Se ne riparlerà in futuro.
Il Patto di stabilità e il Mes impatteranno sulla vita degli europei nei prossimi 20 anni, e l’Italia col suo comportamento ha fatto chiaramente capire di non fidarsi non solo dell’Europa ma neanche di se stessa. Al patto di stabilità, il cui accordo è nato da una precedente intesa franco-tedesca, non si poteva dire di no, mentre sul Mes c’è la paura di dovere chiedere ulteriori risorse al mercato finanziario, oltre a quelle per le quali già paghiamo interessi salati. Il debito pubblico è alle stelle, e l’obiettivo di ogni governo dovrebbe essere quello di abbassarlo, per evitare queste figure da paurosi e non essere più ricattabili.
A fine dicembre c’è stato il via libera per la seconda Finanziaria di Giorgia Meloni: taglio del cuneo fiscale, accorpamento delle prime due fasce di aliquote Irpef al 23% e nuova quota pensione a 103. Coraggiosa, positiva, speravo però in un intervento più deciso sulla Sanità.
L’anno nuovo invece è iniziato col botto, quello del colpo esploso accidentalmente (ancora non si conosce la dinamica precisa) da una pistola di un parlamentare di Fratelli d’Italia nel corso di un veglione di capodanno con ferimento di un giovane. Cosa ci faceva un politico di rilievo ad una festa armato di pistola? Perché esibirla con orgoglio? Episodio che non può essere neanche commentato. Le uniche parole potrebbero essere di soddisfazione se nel giro di poche settimane l’interessato decadrà da qualsiasi incarico istituzionale (la sospensione dal partito non basta).
Altro fatto increscioso di inizio anno: le esternazioni sui social contro il governo da parte di un magistrato contabile, il quale esorta le opposizioni a fare di più. Nell’immaginario di ognuno di noi un magistrato è una persona chiamata a giudicare, per cui me lo aspetto equilibrato, saggio, al di sopra delle parti. Le frasi scritte da questo magistrato della Corte di Conti non fanno altro che creare imbarazzo alla categoria e picconare la fiducia che ogni cittadino dovrebbe avere nella giustizia.
Concludo con la conferenza di fine anno della premier Giorgia Meloni: priorità della riforma della giustizia e della burocrazia, e poi tante altre sfide, con all’orizzonte le elezioni europee. La sensazione è che sia già partita la campagna elettorale. I partiti di sinistra dovranno battere un colpo, e capire che un’opposizione basata esclusivamente sull’antifascismo non porterà a nessun risultato. Buon anno.