Approvato dal Consiglio dei ministri il nuovo decreto Covid che sarà in vigore dal 7 al 30 aprile.
Tra le novità c’è la riapertura delle scuole fino alla prima media con l’impossibilità per Regioni e sindaci di chiuderle (salvo casi di particole gravità), niente zone gialle fino al 30 aprile (con possibilità di una rivalutazione delle misure dopo il 20 aprile), sblocco dei concorsi degli enti pubblici e novità che riguardano il personale sanitario, su cui mi vorrei soffermare: vaccino obbligatorio e scudo penale limitato alla sola pratica della vaccinazione.
In sostanza è obbligatoria la vaccinazione per tutti gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori sanitari che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie pubbliche e private, farmacie, parafarmacie e studi professionali (le disposizioni valgono quindi anche per gli autonomi).
I sanitari che non si saranno vaccinati andranno incontro alla sospensione dalla mansione (fino e non oltre il 31 dicembre 2021) con rischio di sospensione dello stipendio nel caso non sia possibile assegnare loro compiti alternativi che non comportino rischi di diffusione del contagio.
Personalmente sono d’accordo circa l’obbligo vaccinale imposto ai medici, non condivido invece lo scudo penale limitato alla sola vaccinazione. La medicina non è una scienza esatta, figuriamoci in una fase emergenziale come quella che stiamo vivendo. Il decreto esclude la responsabilità dei medici per i delitti di omicidio colposo e lesioni personali colpose a seguito della somministrazione del vaccino, non li protegge per tutto il loro operato nel periodo Covid.
A mio avviso non può bastare una tutela limitata alla sola procedura vaccinale. Serviva una norma di legge più generale e protettiva su tutta l’attività medica e paramedica svolta durante la fase emergenziale, escludendo ovviamente il dolo e la colpa grave.
Diciamolo chiaramente, per i professionisti sanitari si è trattato di un anno tremendo.
Sempre in prima linea e in pieno stress psichico e fisico, esposti contro un nemico subdolo, mortale, con la paura, che nella prima fase della pandemia era terrore, di essere infettati, in condizioni organizzative precarie e con carenza di personale e di posti letto. Hanno operato nell’incertezza, sia diagnostica che terapeutica, prendendo spesso decisioni importanti in tempi brevi, senza il supporto delle evidenze scientifiche, e spesso in ambiti specialistici non di loro competenza.
Lo Stato non può girarsi dall’altra parte. Lo trovo pazzesco e ingeneroso. Tra qualche mese le denunce legate al covid fioccheranno, per i medici e per i politici. I primi sono stati degli eroi, i secondi dovrebbero tutelarli e non trasformarli in vittime. Semplicemente perché non lo meritano.