Cecilia Sala è una giornalista italiana arrestata il 19 dicembre a Teheran, in Iran, e portata in una cella di isolamento con l’accusa di aver violato le leggi della Repubblica islamica. Fin da subito è sembrato un arresto legato a quello di Mohammad Abedini, arrestato 3 giorni prima all’aeroporto di Milano Malpensa su richiesta della giustizia USA e accusato di avere un ruolo fondamentale nella costruzione dei droni iraniani.
L’8 gennaio Cecilia Sala viene liberata e portata in Italia dopo circa 20 giorni di trattative. Il punto di svolta è stato il blitz del 5 gennaio della nostra premier Giorgia Meloni in Florida dove ha incontrato il prossimo presidente USA Donald Trump.
I rapporti tra i due sono ottimi, come ribadisce spesso il presidente in pectore, e nell’incontro si è parlato di tutto, Cecilia Sala compresa. Vedremo cosa succederà all’ingegnere iraniano Abedini, probabile contropartita: facilmente non sarà estradato come richiesto dagli USA o potrebbe addirittura essere liberato.
La vera artefice della liberazione è stata dunque la premier Giorgia Meloni, che per il lavoro svolto ha ricevuto congratulazioni bipartisan. Per molti si è trattato di un capolavoro non solo della nostra presidente del Consiglio ma anche dei nostri servizi segreti e delle già note capacità diplomatiche del nostro Paese.
La nostra premier sta dimostrando di sapersi destreggiare nella scena internazionale, dove a mio avviso sei considerato se coltivi relazioni e poi le consolidi. Come quelle, ottime, che la nostra presidente del Consiglio sembra avere con Donald Trump e con uno dei suoi grandi sostenitori, che presto avrà un importante incarico di governo in America: il miliardario statunitense Elon Musk.
A tal proposito l’opposizione in Italia si è scatenata per un possibile futuro accordo tra il nostro governo e una delle aziende di Elon Musk, SpaceX, per la fornitura all’Italia di servizi di telecomunicazioni sicuri (contratto di 1.5 miliardi di euro per 5 anni). In sostanza si tratta di un sistema di crittografia che renderebbe inaccessibili i contenuti delle comunicazioni (servizi telefonici e internet) governative ai non autorizzati.
Il sistema è satellitare e si chiama Starlnk: sono satelliti che garantiscono la connessione a Internet anche in punti del pianeta e situazioni (attacchi terroristici o disastri naturali) in cui i tradizionali operatori non funzionano. Attualmente il servizio è assicurato dal sistema italiano Sicral, affidabile ma con minore copertura.
Le opposizioni si sono mostrate critiche verso il governo che farebbe accordi con Elon Musk, accusato di fare disinformazione sul social X, di cui e proprietario, e di intromettersi nelle politiche dei paesi europei. Il miliardario si è infatti scontrato verbalmente un po’ con tutti i governi europei di sinistra (Regno Unito in primis, Germania e Francia) mentre si è mostrato molto vicino alle idee del nostro governo di destra.
L’Italia, a mio avviso, fa bene a cercare il meglio per la propria sicurezza, visti i tempi che corrono. Anche perché l’alternativa sarebbe fare accordi con la società IRIS dell’Unione Europea o la creazione di un proprio sistema satellitare, con costi, in entrambi i casi, superiori al doppio di quelli da sostenere per Starlink.
In definitiva fa discutere la vicinanza della nostra premier a Donald Trump e a Elon Musk. Cosa dire? A mio parere dobbiamo essere solo orgogliosi di queste relazioni privilegiate e dirette con la più grande superpotenza di sempre. Se le avessero avute gli altri leader europei saremmo sicuramente qui ad elogiarli e a lamentarci per la nostra inconsistenza. Si è sempre parlato di un vuoto della nostra politica estera, ora la sensazione è quella di un’Italia con un ruolo di primo piano nel contesto internazionale.
Infine credo che bisogna comunque schierarsi, in modo chiaro. Sono finiti i tempi di “chiunque vinca l’Italia ha comunque vinto e chiunque perda l’Italia comunque non ha perso”. No funziona più così, o sei carne o sei pesce. Noi siamo con gli USA, visto che un’Europa unita politicamente e militarmente non esiste.