Dalla scorsa primavera la Russia ha ammassato truppe (oltre 100 mila soldati) e mezzi militari lungo il confine con l’Ucraina. Le opinioni sul perché di questo accumulo di forze militari sono diverse, ma in realtà nessuno conosce veramente le intenzioni di Vladimir Putin.
La tensione è altissima, così come la paura per una guerra imminente. La sensazione più diffusa è che si tratti di un avvertimento alla NATO, ai paesi occidentali e alla stessa Ucraina. In sostanza il presidente russo non vuole che la NATO, l’alleanza militare creata per contrastare l’Unione Sovietica e di cui l’America è leader, accolga l’Ucraina nella propria organizzazione.
Lo scorso luglio Putin ha sottolineato la “storica unità tra russi e ucraini”, e nonostante l’Ucraina (il secondo Paese più grande d’Europa) sia indipendente dal 1991, viene comunque considerata dalla Russia come appartenente alla sua sfera. Da qui la contrarietà russa al suo ingresso tra i paesi rivali della NATO. Putin, inoltre, non ha mai visto di buon occhio i tentativi dell’Alleanza atlantica di espandersi ad est, verso i paesi dell’ex Unione Sovietica, visti quasi come un affronto.
Nelle ultime settimane si sono tenuti diversi incontri diplomatici tra USA e Russia, purtroppo senza risultati. Gli americani chiedono il ritiro delle truppe russe dal confine e di non invadere l’Ucraina, la Russia non vuole l’annessione dell’Ucraina alla NATO. Per ora nessuno delle due parti sembra disposta a cedere. Putin in realtà non spiega i motivi di questo ammasso di truppe, ha affermato che non vuole invadere l’Ucraina e accusa i paesi occidentali di volere aumentare la tensione.
Una motivazione data in passato e a cui credono in pochi, è quella secondo cui la Russia si posizioni militarmente in quella zona per proteggere la popolazione filorussa presente nella parte orientale dell’Ucraina, territorio conteso tra governo ucraino e milizie separatiste filorusse.
In realtà gli analisti fanno notare che le cose in Ucraina stiano cambiando e il leader russo non voglia farsi trovare impreparato. Il presidente ucraino Zelensky, eletto nel 2019, dopo una fase iniziale di ottimi rapporti con la Russia, sta progressivamente assumendo posizioni più ostili: ha messo ai margini il leader del partito filorusso in Ucraina, ha chiuso canali televisivi filorussi e ha chiesto di far parte della NATO.
A questo si aggiunga il sostegno, dichiarato pubblicamente, da parte di Biden all’Ucraina. Nella sua prima conferenza stampa del 2022 il Presidente americano ha infatti dichiarato: “se la Russia invaderà l’Ucraina pagherà un costo molto alto e se ne pentirà”. Proprio in questi giorni, inoltre, l’America ha “messo in allerta” 8500 soldati pronti ad essere trasferiti in quei territori in tempi molto rapidi.
La situazione è palesemente incandescente. Vedremo cosa succederà. E i paesi occidentali? L’Italia? Come si stanno comportando? Nonostante Biden faccia capire che qualsiasi decisione sarà presa insieme agli alleati NATO, i paesi europei si mostrano un po’ più prudenti, in particolare l’Italia e la Germania. A differenza di altri paesi europei, tra cui Francia, Spagna e Regno Unito, il nostro governo non ha annunciato alcun invio di soldati, armi o mezzi nell’Europa dell’est.
I timori dei paesi europei e dell’Italia sono le ritorsioni della Russia ad eventuali sanzioni contro Mosca. Usa ed Europa stanno infatti lavorando ad un pacchetto di sanzioni dure in caso di invasione dell’Ucraina, tra queste ne cito due: l’esclusione della Russia dal sistema bancario di transazioni finanziarie SWIFT, che consente il trasferimento di denaro in tutto il mondo, impedendo a qualsiasi russo di fare transazioni col resto del mondo; il blocco del gasdotto Nord Stream 2, appena terminato e che mira a collegare il gas russo con la Germania e quindi col resto dell’Europa.
Con le sanzioni, però, ci potrebbero essere conseguenza anche per noi europei: gli scambi di denaro sarebbero difficoltosi anche per noi italiani che acquistiamo prodotti dalla Russia (gas ecc), per non parlare delle aziende europee e italiane che hanno stabilimenti in Russia, con continui scambi commerciali e di denaro. Il blocco del gasdotto farebbe invece aumentare il costo già alto dell’energia. L’Italia dipende dal gas russo per metà dei suoi approvvigionamenti energetici (le altri importazioni provengono da Algeria, Norvegia e Qatar, e in misura minore da altri paesi). Si verificherebbe, inoltre, un contraccolpo per il Made in Italy che in Russia fattura circa 10 miliardi di euro all’anno e che sarebbe esposto alle ritorsioni di Mosca alle sanzioni commerciali.
In definitiva è una situazione ingarbugliata e pericolosa. Lo si deduce dal fatto che non si parli solo di sanzioni economiche durissime, ma anche di spostamenti di armi, mezzi militari e soldati. È già iniziata, inoltre, l’evacuazione delle sedi diplomatiche in Ucraina. C’è poco da stare tranquilli, questa volta i contendenti non sono piccoli Stati ma super potenze che ci stanno mettendo la faccia.
Dopo gli annunci duri e minacciosi di Biden, difficilmente Putin farà un passo indietro ritirando le truppe. Sarebbe una sconfitta e una dimostrazione di paura. Non si fece intimorire nel 2014 quando ci fu l’occupazione e l’annessione della Crimea, perché dovrebbe cedere adesso?
Si è capito ormai che la Russia vuole mantenere la propria influenza su tutti i territori che facevano parte dell’Unione Sovietica, e non gradisce né le ingerenze provenienti dall’Occidente (NATO) né l’invasione delle regioni filorusse all’interno di ciascun Stato da parte dei governi dello stesso paese, come successe in Georgia nel 2008 quando la Russia frenò l’invasione di una regione filorussa all’interno del paese da parte delle truppe georgiane.
Se da un lato, dunque, abbiamo un leader che considera l’est europeo “cosa sua”, dall’altro c’è un Presidente degli Stati Uniti che, in quanto a dichiarazioni di guerra, non ha nulla da invidiare al suo predecessore. Mentre Trump, però, abbaiava tanto e mordeva poco, come successo (fortunatamente) con la Corea del Nord, quale sarà invece il comportamento di Joe Biden?