Nuovo decreto legge approvato in Consiglio dei ministri per combattere la pandemia. Siamo ad una svolta: basta restrizioni per vaccinati e guariti, lockdown in zona rossa solo per i non vaccinati, green pass senza scadenza per i vaccinati con tre dosi o per i guariti che hanno ricevuto due dosi di vaccino, discoteche aperte e niente obbligo di mascherina all’aperto. A scuola didattica a distanza (5 casi positivi in classe) destinata a bambini e ragazzi non vaccinati e quarantena ridotta per i non vaccinati a soli cinque giorni.
I dati ci dicono fortunatamente che il contagio si sta spegnendo. Il Covid19 allo stato attuale non è una malattia socialmente critica, a mio avviso siamo già in una fase in cui potrebbe essere tranquillamente derubricata a influenza.
Il virus circola tantissimo, basti pensare che si è calcolato che i contagiati diagnosticati sono solo il 25% dei positivi reali. Tante persone sono positive asintomatiche o paucisintomaticche, e nonostante il recente altissimo contagio non si è registrata una pressione esagerata sugli ospedali. Di cosa stiamo parlando se non di un’influenza?
A mio parere non dovrebbe esistere più neanche l’isolamento per i positivi senza sintomi. Liberi tutti con mascherina al chiuso per qualche altro mese. E non farei il tampone a nessuna persona che non presenti sintomi, anche se contatto stretto. Certo non parlo di una fine pandemia, ma di un ritorno ad una quasi normalità.
Il governo ha deciso, invece, di mantenere una linea prudente che sostanzialmente continua a penalizzare i non vaccinati. Personalmente credo che lo scopo sia quello di convincere il più alto numero di non vaccinati a scegliere la via dell’immunizzazione in vista di una possibile nuova ondata futura, che sarà tanto meno disastrosa quanto più saranno i vaccinati.
La prudenza è anche dettata dall’incertezza che fin dall’inizio ha caratterizzato questo virus. I virus del passato mutavano e diventavano progressivamente più innocui. Il coronavirus responsabile del Covid19 ha mostrato invece un’alta tendenza alle mutazioni a cui non sempre è corrisposta un’evoluzione verso l’indebolimento.
È un orientamento che potrebbe anche starci, però facciamo attenzione a non inseguire per troppo tempo il virus e a trasmettere paura alla gente. Nell’inseguimento al virus il pubblico impiego ha lo Stato che corre per lui, le imprese corrono invece quasi da sole, e il fiato è quasi finito.