In Europa da un po’ di giorni si discute della possibilità di introdurre l’obbligo vaccinale contro il Covid19. Circa un terzo della popolazione europea non è vaccinata (150 milioni), francamente troppo.
Gli stati europei stanno quindi procedendo in ordine sparso verso l’obbligatorietà del vaccino. In Austria si parte tra qualche settimana con multe fino a 7.200 euro per chi rifiuta il vaccino dopo due solleciti ufficiali. In Grecia si dovrebbe partire il 16 gennaio, ma soltanto per i cittadini over 60. In Germania l’obbligo scatterà probabilmente a fine febbraio.
Gli altri Stati, tra cui l’Italia, hanno scelto una linea più attendista, aspettano i dati delle prossime settimane. Attualmente i numeri dell’Italia sono i più bassi della maggioranza dei Paesi europei. L’intenzione di Palazzo Chigi, dunque, è aspettare gli effetti che avrà l’entrata in vigore del green pass rafforzato e delle altre misure antiCovid (tra cui l’estensione dell’obbligo vaccinale a personale scolastico e forze dell’ordine) a partire da domani. Il monitoraggio dei dati è costante.
Stiamo facendo un ottimo lavoro, negarlo è da stolti. La stessa Angela Merkel ci ha fatto i complimenti: “se la Germania fosse nella situazione dell’Italia mi sentirei meglio”. Io personalmente sono orgoglioso di chi ci sta rappresentando in questo momento. Si sta puntando molto sul potenziamento della campagna vaccinale, e questo ha portato ad una percentuale altissima di vaccinati, con una crescita significativa di prime dosi (neo vaccinati) negli ultimi giorni. Insieme alla Spagna e al Portogallo siamo i più vaccinati, e anche i meno contagiati. Il metodo quindi funziona e gli Stati ci vogliono copiare. Bene.
L’obbligo vaccinale, dunque, è ancora lontano per l’Italia, però la linea della prudenza, scelta prima di introdurre un’eventuale imposizione del vaccino, potrebbe cambiare rapidamente qualora ci fosse un incremento dei casi e delle ospedalizzazioni con necessità di chiudere le imprese e le attività commerciali. Non possiamo più permetterci un lockdown, Confindustria lo ha fatto capire in tutti i modi e proprio per questa ragione spinge per l’obbligo della vaccinazione.
A mio avviso tutto dipenderà dalla volontà dei non vaccinati di accettare la vaccinazione e dall’adesione ai richiami da parte di chi ha già ricevuto il vaccino. Si è ormai capito che l’immunità di gregge, per questo virus, è pressoché irraggiungibile per la scarsa durata dell’immunizzazione indotta dal vaccino che comporterà sempre un certo numero di persone scarsamente protette. Questo favorirà la sua circolazione e la comparsa delle varianti (altra peculiarità di questo virus).
La malattia diventerà, dunque, endemica e per almeno 3-4 anni occorrerà sottoporsi ai richiami che diventeranno anch’essi obbligatori. D’altra parte stiamo assistendo ad un paradosso che mai avremmo potuto immaginare. C’è una pandemia, ci sono i vaccini che salvano la vita e questi non vengono usati da tutti, mentre nei paesi più poveri si muore per il virus e le persone pregano per avere il vaccino. Questo paradosso, con gli effetti che comporta, condurrà all’obbligo vaccinale.
Concludo con un’osservazione sui tamponi. Da quando è cominciata la vaccinazione di massa mi sono sempre chiesto: perché fare i tamponi ai vaccinati senza sintomi? Perché mettere in quarantena un vaccinato asintomatico? A cosa serve tenerlo a casa se non a creare ulteriori disagi? Qualcuno potrebbe obiettare che i vaccinati positivi possano trasmettere il virus ai non vaccinati. Quindi limitiamo la libertà di chi ha deciso di vaccinarsi, con i disagi che ne conseguono, per salvaguardare la libertà di chi non vuole vaccinarsi? Questo è un altro motivo per introdurre l’obbligo vaccinale. Probabilmente finirebbero anche le quarantene e torneremmo ad una vita normale.