Duro attacco del premier Draghi ai non vaccinati: “gran parte dei problemi che sta affrontando l’Italia dipende dai cittadini non vaccinati”.
È una frase forte pronunciata dal Capo del governo italiano. Se l’avessi detta io, nel mio consueto delirio domenicale, ognuno avrebbe potuto fare le sue considerazioni, condividendo o meno quanto da me affermato. L’esternazione è invece del premier, persona preparata, autorevole, che guida una nazione e che viene puntualmente consigliata, come giusto che sia, da scienziati e da un Comitato tecnico scientifico.
A questo punto ogni italiano si domanda: “Quindi? Che si fa?”. Come mai la questione non viene risolta alla radice, rendendo obbligatorio per legge il vaccino? Non si capisce. Almeno io non l’ho capito. La tesi più diffusa è che l’obbligo rappresenti una vera e propria limitazione della libertà personale. Una violazione della Costituzione.
L’articolo incriminato è il 32, che si compone di due parti tra loro in antitesi se valutate alla luce dei fatti di questi mesi: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
Coloro che rifiutano il vaccino preferiscono ovviamente concentrarsi sulla seconda parte dell’articolo: non mi puoi obbligare un trattamento, devi rispettare la persona umana. E la prima parte dell’articolo? La Repubblica italiana ha l’obbligo costituzionale di tutelare la salute dell’individuo e della collettività. Se ha la possibilità di mettere in atto una pratica, quale potrebbe essere l’obbligo vaccinale, per salvaguardare la salute di tutti, e non lo fa, tradisce la Costituzione stessa. E le cure gratuite agli indigenti? Come fa la Repubblica ad assicurarle se gli ospedali sono intasati dai malati Covid?
Se la prima parte dell’articolo farebbe, dunque, propendere per un obbligo vaccinale, sulla seconda parte (enfatizzata dai non vaccinati) esiste già una precedente sentenza della Corte Costituzionale che nel 2018 respinse il ricorso della Regione Veneto contro un decreto legge che rendeva obbligatori numerosi vaccini per i bambini: “il trattamento sanitario non è incompatibile con l’articolo 32 della Costituzione se è diretto non solo a migliorare o preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri”. Nelle corti di giustizia, dunque, i contestatori dell’obbligo vaccinale dovrebbero dimostrare che il vaccino limiti il rispetto della persona umana e incida negativamente sullo stato di salute del vaccinato e della collettività (ad oggi sarebbe un’impresa ardua per la mancanza di evidenze scientifiche).
C’è poi la tesi dei risarcimenti: se rendi obbligatorio il vaccino devi successivamente risarcire i cittadini che presenteranno effetti collaterali legati al vaccino stesso. Mi sembra giusto. Sono sempre esistiti e così dovrebbe essere anche per i vaccinati contro il Covid. Si potrebbe temere un intasamento giudiziario, che in realtà potrebbe essere evitato attraverso l’istituzione di commissioni ad hoc che filtrerebbero l’eccesso di domande, le quali dovrebbero essere accompagnate dal versamento di una tassa minima al fine di scoraggiare quelle richieste, immancabili, di risarcimenti per sintomi banali e dalla correlazione bizzarra.
E poi mi chiedo: chi risarcisce quei cittadini costretti a rinviare interventi, visite ed esami o a trascorre tantissime ore di attesa nei pronto soccorso perché le strutture ospedaliere risultano intasate? I chirurghi in settimana hanno lanciato un appello drammatico: interventi ridotti tra il 50 e l’80% (per le terapie intensive occupate). Ci sono malati, anche di tumore, che attendono da mesi di essere operati. Semplicemente pazzesco.
Io personalmente ho amici che rifiutano il vaccino, e in tutta onestà non mi sento di dire loro: “vaccinatevi”. A loro dico: io mi vaccino. Regna l’incertezza su tutto, e a questo punto ognuno faccia quello che vuole. Certamente non si può andare avanti imbottendo di dosi di vaccino una parte della popolazione e consentire che un’altra non faccia neanche una dose.
Se lo Stato, supportato dalla scienza, ritiene che “tutti i problemi” (restrizioni, chiusure, disagi sociali, fallimenti di imprese, intasamento degli ospedali, varianti, eccessiva circolazione del virus, decessi) dipendano dai non vaccinati, beh, faccia lo Stato.