È arrivato il sì dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) al vaccino antiCovid anche ai bambini dai 5 agli 11 anni. I benefici superano i rischi, l’efficacia è superiore al 90% mentre gli effetti indesiderati sono simili a quelli riscontrati negli adulti. L’Ema, inoltre, fa sapere che in questa fascia di età non si possa escludere una forma grave di Covid.
Ora spetterà all’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) dare il via libera all’immunizzazione in età pediatrica, che si ottiene attraverso due somministrazioni a distanza di tre settimane con un dosaggio diminuito di un terzo rispetto a quello degli adulti. Pfizer è l’unico vaccino ammesso. Probabilmente si partirà il 20 dicembre, come ha ipotizzato il ministro della Salute, Roberto Speranza.
Le associazioni pediatriche segnalano che i casi di Covid tra i bambini stanno aumentando sensibilmente. Come mai? Probabilmente il virus si mostra più aggressivo verso chi non è stato vaccinato, cosa già prevista dagli scienziati qualche mese fa. Inoltre il virus è in continua evoluzione, potrebbe avere acquisito caratteristiche più patogene, anche nei confronti dei bambini, rispetto alla forma originaria (gli scienziati dicono che se non ci fosse stato il vaccino i numeri della pandemia a quest’ora sarebbero stati tragici).
Tra qualche settimana, però, si paleserà una grande incognita. Quanti genitori decideranno di vaccinare i propri figli? La situazione è estremamente delicata, soprattutto per le conseguenze che tale scelta comporterà, sia in termini di discriminazioni e disagio psicologico a cui potrebbero essere sottoposti i bambini non vaccinati rispetto a quelli vaccinati, sia in termini di rischi per la salute. Il governo ha fatto sapere che farà partire una mega campagna per convincere le famiglie a vaccinare i bambini.
A mio parere serve, mai come in questo momento, una comunicazione chiara e univoca, meglio ancora con un unico portavoce. Non sono necessari dibattiti televisivi che disorientano i telespettatori e che servono solo a creare tensioni sociali. I genitori, già di loro, si sentiranno carichi di dubbi e responsabilità (anche tra i vaccinati esistono forti perplessità circa l’opportunità di vaccinare i propri figli, si rischia concretamente il caos), come comportarsi?
Il mio consiglio è quello di ascoltare la scienza. Lo diciamo da sempre, intorno a questo virus regna l’incertezza. Noi possiamo scegliere di vaccinare i nostri figli o di non farlo: nel primo caso avremo scelto la scienza, nel secondo caso avremo scelto le teorie complottiste. Potrebbe andare male in entrambe le scelte, ce lo dirà il tempo. In quali delle due, però, sarà maggiore il rimorso di un genitore per aver scelto l’opzione sbagliata? Per me non ci sono dubbi: non avere ascoltato la scienza.