L’incremento dei contagiati, dei ricoveri e delle terapie intensive fa crescere la preoccupazione per una terza ondata, che potrebbe essere favorita dalla maggiore contagiosità delle varianti del virus.
La vaccinazione è l’unica arma che l’umanità ha disposizione per rallentare le mutazioni del virus e mettere la parola fine alla pandemia. Lo dimostra il fatto che i contagi tra gli operatori sanitari (i primi a vaccinarsi) sono nettamente diminuiti in meno di un mese. La popolazione lo ha capito, e se prima bisognava convincere tutti a vaccinarsi, adesso si assiste all’intasamento dei portali internet delle Regioni dove è possibile prenotare la vaccinazione.
In Italia purtroppo la vaccinazione anticovid procede a rilento a causa dei ritardi nella distribuzione e delle consegne ridotte dei vaccini da parte delle case farmaceutiche produttrici. Da noi solo il 7% della popolazione è stato vaccinato, siamo sotto la media dell’Ue, che a sua volta ha una percentuale di vaccinati molto bassa rispetto ai giganti della Terra. Con questi ritmi sarà difficile raggiungere l’immunità di gregge, perché l’effetto protettivo del vaccino scadrà per coloro che lo hanno ricevuto molto prima che siano stati immunizzati tutti gli altri.
L’Italia paga gli sbagli dell’Europa, a cui si è affidata e che ha mostrato tutta la sua debolezza difronte all’emergenza. Analizziamo gli errori commessi dall’Ue nell’approvvigionamento dei vaccini: ha investito tardivamente sui vaccini rispetto ad altri Paesi quali la Russia e la Cina prendendo accordi importanti in termini di forniture solo con alcune case farmaceutiche snobbandone altre (il vaccino russo ha un’efficacia del 91%); ha firmato contratti senza penali in caso di ritardi nella consegna; ha portato avanti trattative con le multinazionali farmaceutiche con arroganza e tirchieria, inducendo le stesse a vendere i loro prodotti in maggiore quantità a chi glieli aveva chiesti prima e glieli pagava meglio (Israele ecc.); non ha provveduto (pur avendone tutto il tempo) ad attivare più siti di produzione di vaccini in Europa, convertendo aziende farmaceutiche presenti sul territorio europeo (vuole farlo ora ma servono 6 mesi per le tecnologie).
Ursula Von der Leyen ha ammesso i suoi errori nella gestione dei contratti, ma non basta. Qualcuno dovrebbe pagare e saltare. I politici italiani? Il governo Conte è rimasto inerme. Sui vaccini ha palesemente toppato, restando colpevolmente in silenzio. Gli anti europeisti Salvini e M5S, che sbraitavano in passato contro l’Europa, a volte senza fondato motivo, se ne stanno zitti proprio in questo momento in cui ci sarebbe davvero da lamentarsi. Draghi, in videoconferenza con i leader dell’Ue durante il Consiglio Europeo, ha strigliato l’Europa, esortandola a tenere una linea dura con le aziende inadempienti.
A mio avviso l’Italia, messa comunque peggio di altri paesi europei, dovrebbe alzare ancora di più la voce impedendo all’Europa di bloccare le iniziative autonome dei singoli Stati. L’Europa rimedierebbe cosi, almeno in parte, al danno causato (la Germania, in realtà, ha già concluso un accordo extra Ue a dicembre, assicurandosi 30 milioni di dosi in più rispetto alle quote prefissate dall’Ue. Ci passammo tutti un po’ sopra, non prevedendo quello che sta succedendo in queste settimane).
Gli Stati fuori dall’Ue, essendo deregolati, trattano più liberamente con le case farmaceutiche, e arrivano prima. L’Italia potrebbe aprire per metà ai privati, che si sono dichiarati pronti ad acquistare il vaccino e venderlo ai cittadini a prezzi bassissimi. Si potrebbe, inoltre, trattare con aziende russe o cinesi il cui vaccino costa molto meno rispetto a quelli con cui sono stati stipulati i contratti. In definitiva va messo un po’ di pepe sulla coda di queste aziende che disattendono con faccia tosta e arroganza gli impegni presi.
Concludo con un’osservazione: in alcuni Stati gli esperti hanno suggerito di utilizzare una sola dose anziché due alla luce della carenza dei vaccini. Si protegge di meno il singolo, ma si vaccinano più persone. La soluzione ha prodotto ottimi risultati, come successo in Gran Bretagna. Draghi al Consiglio europeo ha suggerito di fare così anche in Europa. Come mai i nostri scienziati non ci sono arrivati ugualmente? Probabilmente gradiscono di più apparire in televisione e colorare le regioni.