Quest’anno la celebrazione della festa internazionale della donna ha assunto un significato diverso per noi italiani. Per la prima volta, infatti, è stata celebrata con una donna alla guida del governo, Giorgia Meloni, primo caso nella storia del nostro paese.
Un’altra donna, Elly Schlein, è la prima donna-segretario del Partito democratico dalla sua fondazione, facendo dell’Italia l’unico Paese al mondo in cui due donne guidano il governo e il principale partito di opposizione.
Elisabetta Belloni, inoltre, è a capo dei Servizi Segreti italiani, Silvana Sciarra guida la Corte Costituzionale (seconda donna a ricoprire questo incarico dopo Marta Cartabia), mentre Margherita Cassano è la prima presidente donna della Corte di Cassazione nella storia d’Italia. In definitiva il nostro Paese è sempre più femmina ai piani alti delle istituzioni.
Giorga Meloni, infine, ha affermato che presto avremo una donna amministratrice delegata di una società partecipata dello Stato e che un giorno una donna sarà Capo dello Stato.
Il trend non cambia in Europa: Ursula von der Leyen è presidente della Commissione europea, Christine Lagarde presidente della Bce e Roberta Metsola presidente del Parlamento europeo. Penso che la partita dei diritti sia stata abbondantemente vinta dalle donne. E questa è una bella notizia.
Sicuramente in diverse parti del mondo siamo ancora indietro, con violazioni gravi dei diritti delle donne. Il triste primato spetta all’Afghanistan dove al genere femminile viene negato l’accesso non solo alla sfera pubblica ma anche allo studio e al lavoro. Purtroppo in quella terra ha fallito anche l’Occidente, con la recente ritirata degli americani e la ripresa del potere da parte dei talebani. Il discorso, si spera, sarà comunque riaperto.
Tornando all’Italia, questa scalata femminile nelle istituzioni deve continuare senza generare l’effetto opposto. L’eccessivo parlarne potrebbe indurre a cambiare nuovamente la tendenza, un po’ come successo nella politica italiana, dove per anni si è parlato della tanto attesa fine del dualismo ideologico destra-sinistra, e invece ora con Giorgia Meloni e Elly Schlein siamo tornati ad una destra conclamata contrapposta ad una sinistra comunista.
Buon lavoro, dunque, alle due donne del momento, decisioniste e chiare nei loro obiettivi, Giorgia Meloni e Elly Schlein, che in questa fase politica sono chiamate a dimostrare il loro valore in due situazioni particolari: la prima deve continuamente mettere delle pezze alle questioni nate dalle affermazioni infelici di ministri e collaboratori (penso al ministro Piantedosi sulla tragedia di Cutro, al ministro Nordio sulla questione intercettazioni o al parlamentare Donzelli sul caso Cospito), la seconda deve conciliare la sua natura di estremista di sinistra con l’area moderata che per anni ha contraddistinto il Partito democratico.
Ce la faranno? “Se vuoi che qualcosa venga detto, chiedi ad un uomo, se vuoi che qualcosa venga fatto, chiedi ad una donna” (Margaret Thatcher).