Alle elezioni regionali del Lazio e della Lombardia ha vinto nettamente il centrodestra con oltre il 50% dei consensi. Francesco Rocca e Attilio Fontana sono i nuovi governatori delle due Regioni.
Vola Fratelli d’Italia della premier Giorgia Meloni, sale la Lega, tiene Forza Italia. Male le opposizioni che pagano il fatto di essere andate divise al voto, col Pd che si mantiene tuttavia stabile, mentre crollano M5S e Terzo Polo.
L’affluenza (37% nel Lazio e 41% in Lombardia) è stata tra le più basse di sempre, più della metà degli aventi diritto non è andata a votare.
La netta vittoria del centrodestra è in continuità con le elezioni politiche del 25 settembre scorso. Sicuramente siamo ancora nella fase di luna di miele del governo Meloni, un’onda elettorale non ancora esaurita che viene facilmente cavalcata dalle forze vincitrici delle recenti elezioni politiche. In questo senso fu clamoroso il 40% del Pd di Matteo Renzi alle Europee poco dopo il suo insediamento a Palazzo Chigi.
La luna di miele però non basta a giustificare una vittoria così netta, entrano certamente in gioco anche i meriti della coalizione di governo e i demeriti delle forze di opposizione. I meriti dei vincitori e i demeriti degli sconfitti sono a mio avviso legati soprattutto all’intelligenza di interpretare lo scenario politico che si è venuto a creare in questi ultimi due anni. La forza del centrodestra e la perdita dei consensi nel Movimento 5 Stelle impongono una logica maggioritaria bipolare, e non più tripolare.
Sondaggi alla mano, continuare ad andare divisi contro il centrodestra significa prendere inevitabilmente altre scoppole. Potrei capire la divisione con un sistema di voto proporzionale (come sarà alle Europee del 2024), ma con un maggioritario a turno secco (chi prende più voti vince) come succede nelle elezioni regionali, è da kamikaze. Le Regioni italiane sono quasi tutte governate dalla destra, quando si voterà nelle 4 Regioni rimaste in mano alla sinistra (Emilia Romagna, Toscana, Campania e Puglia) andrà trovata una soluzione.
Attualmente sul fronte opposto alla destra regnano le accuse, le recriminazioni reciproche, i veti incrociati. Trovo ancora più insensato la maggiore voglia di fare salire le percentuali del proprio partito rispetto ad un minimo tentativo di battere la destra, con M5S che cerca di cannibalizzare i voti del Pd, Terzo Polo che tenta invano di accaparrarsi i voti di Forza Italia, e il Pd che si accontenta di essere la maggiore forza di opposizione. Ragionamenti da perdenti.
E lo hanno capito anche gli elettori, scoraggiati da questa situazione che si è venuta a creare. Dietro la massiccia astensione c’è infatti quella sensazione di inutilità dovuta ad un esito scontato, c’è rassegnazione legata alla impossibilità di incidere sui risultati.
In definitiva serve un blocco omogeneo, come succede a destra dove comunque non mancano le scaramucce (è di ieri lo scontro sul Superbonus). Senza questa consapevolezza non si avrà mai un’alternativa credibile al governo, ma solo inadeguatezza.