Una nuova ondata di Covid si è abbattuta in Cina. Si parla di circa 250 milioni di contagiati, un quinto della popolazione totale cinese.
Le autorità sanitarie mondiali sono preoccupate perché l’aumentata circolazione del virus potrebbe fare nascere nuove varianti pericolose.
Allo stato attuale circolano soprattutto sottovarianti di Omicron, tra cui quella soprannominata Gryphon che sembra essere leggermente più patogena. Si tratta in realtà di una buona notizia, essendo Omicron la variante originaria verso cui quasi tutti abbiamo un certo grado di immunità, grazie ai vaccini o a pregresse infezioni.
L’Italia ha disposto, prima degli altri Paesi europei, l’obbligo di sottoporre a tampone tutti i passeggeri in arrivo o in transito dalla Cina. Sono stati riscontrati tantissimi positivi, fortunatamente quasi tutti asintomatici e non contagiati da varianti diverse da Omicron.
L’ondata di contagi in Cina è il risultato del cambiamento repentino della politica sanitaria cinese. A novembre, nel giro ci circa un mese, nel paese asiatico si è passati dalla politica “zero Covid”, molto restrittiva, all’eliminazione quasi totale di ogni forma di restrizione e tracciamento. Una decisione bizzarra visto che il presidente cinese Xi Jinping in autunno aveva detto di essere convito della bontà della politica zero Covid e dopo un mese l’ha smantella completamente definendo la pandemia “raffreddore da coronavirus”.
La decisone della Cina, in realtà, sembra essere stata dettata dalle proteste dei cittadini e da un’economia fortemente danneggiata dalle restrizioni. La politica zero Covid, orgoglio della Cina in quanto dimostrazione della superiorità dell’autoritarismo sulla democrazie occidentali nella guerra contro il Covid (in effetti il virus era quasi scomparso nel loro territorio), ha avuto un costo altissimo dal punto di vista economico e sociale, azzerando la crescita economica della Cina e scatenando l’ira dei cittadini, stanchi per il lavoro danneggiato e l’impossibilità di viaggiare.
Ora siamo al “liberi tutti” e il risultato è sotto gli occhi di tutto il mondo. In realtà gli effetti veri non si conoscono a causa della decisone delle autorità cinesi di non pubblicare i dati, mostrando poca trasparenza sull’andamento dei contagi.
A mio avviso il Covid ad oggi è da considerarsi alla stregua della comune influenza, infatti proprio ieri il Ministero della Salute italiano ha disposto che la persona positiva asintomatica, dopo 5 giorni di isolamento, è libera senza bisogno di sottoporsi a tampone. Certamente serve più chiarezza da parte di tutti.
Essendo reduci da una pandemia che ha messo in ginocchio le economie mondiali, l’Organizzazione Mondiale della Sanità avrebbe dovuto imporre una linea sanitaria comune anche in questa fase, con una condivisione in tempo reale dei dati epidemiologici. La Cina, invece, si mostra poco chiara nella comunicazione dei dati (vaccinazioni, morti, terapie intensive ecc.) e questo non aiuta a studiare la normale (e per ora tranquilla) evoluzione del virus.
Si è parlato, inoltre, di vaccino cinese farlocco. Potrebbe essere così. Sicuramente conta anche quanti tamponi vengono eseguiti. Credo che se in Italia facessimo gli stessi tamponi del recente passato troveremmo una marea di positivi anche da noi.
Concludo con un’osservazione. Vista la situazione in Cina e l’alta incidenza di influenza (che nei fragili è spesso mortale) nei paesi occidentali rispetto a quando venivano usate le precauzioni anticovid, credo che la cosa migliore sia mantenere (per sempre) alcune abitudini igienico-sanitarie del recente passato. Prima fra tutte l’obbligo di mascherina quando si hanno dei sintomi influenzali quali tosse o febbricola. Come in altri ambiti, anche in questo caso il senso civico potrebbe essere risolutivo prima dello Stato.
Buon anno.