Oggi scrivo di calcio, è Natale e serve leggerezza, che auguro a tutti in questo che forse è il giorno più bello dell’anno.
Domenica scorsa l’Argentina ha vinto i Mondiali di calcio disputati in Qatar, dopo una finale che da moltissimi addetti ai lavori è stata giudicata la più bella di sempre, durata 139 minuti, emozionante, ricca di gol, in bilico fino all’ultimo secondo dei tempi supplementari (anche se nei primi 70 minuti l’Argentina aveva dominato la gara).
Alla fine ha vinto l’Albiceleste ai calci di rigore. A Buenos Aires è subito partita la festa con una marea umana (4 milioni di persone) pronta ad accogliere la Nazionale in parata per le strade della capitale. L’Argentina non vinceva i Mondiali dal 1986, era l’epoca di Diego Armando Maradona.
Personalmente ho tifato Argentina, essendo tifoso di Messi da quando seguo questo sport. L’ho sempre ritenuto il più forte della storia del calcio, e con questo Mondiale vinto da protagonista assoluto, con 7 gol e tre assist incredibili (in soldoni ha fatto tutto lui), ha sublimato la sua meravigliosa carriera.
Lionel Messi ha vinto tutto ciò che c’è da vincere nel calcio, sia con i club che con la Nazionale, stracciando record su record, conquistando per ben 7 volte il Pallone d’oro, e vincendo (tra gli altri trofei) da stella indiscussa 4 Champions League, 11 campionati nazionali, una Coppa America e un Mondiale. È il secondo calciatore più titolato al mondo (42 trofei, il primo è a 44, ma sarà facilmente superato), il secondo marcatore più prolifico della storia (circa 800 gol) e il miglior uomo assist di sempre (392). Sono numeri incredibili e forse ineguagliabili, parlo soprattutto degli assist fatti a questi livelli.
La domanda che ricorre sempre in queste occasioni è la seguente: chi è il più forte di sempre? I nomi sono 3: Pelé, Maradona e Messi. A mio avviso il più forte è senza dubbi Messi (con o senza Mondiale vinto), tuttavia per molti la “pulce” (nomignolo assegnatogli perché piccoletto e imprendibile con la palla al piede) fino a 10 giorni fa non avrebbe meritato le stimate del migliore perché non vincitore di nessun Mondiale di calcio. Un vero e proprio peccato originale. Adesso è arrivato anche questo sigillo. Lo voleva, e nonostante i 35 anni suonati e la mancanza del vigore fisico di qualche anno prima, lo ha ottenuto.
Ci sono, però, gli irriducibili. Quelli che dicono che il migliore di sempre è comunque Maradona. Perché ha vinto due scudetti con il Napoli, squadra non blasonata, riscattando un popolo, e perché ha vinto un Mondiale da protagonista. In realtà il Napoli del secondo scudetto poteva contare su giocatori della caratura di Careca (che si contendeva il titolo di migliore centravanti al mondo con Van Basten) e Alemao, top player di quell’epoca, e non brillò affatto in Coppa Campioni.
Diciamolo chiaramente, Maradona sa più di romanticismo, di poesia. La classe cristallina associata ai temi sociali, lo fanno diventare un mito. Giusto così. Un po’ come succede nell’automobilismo tra Senna e Schumacher (meno romantico ma nettamente più forte) o nel tennis tra McEnroe e Federer. La poesia o la macchina perfetta? Io scelgo la seconda.
In verità un po’ di romanticismo c’è anche nella storia calcistica di Messi, uomo schivo, riservato, e marito di una donna conosciuta a sei anni di età. Il classico bravo ragazzo, poco appariscente, silenzioso, ma allo stesso tempo un leader riconosciuto da tutti i suoi compagni di squadra.
Da piccolo era gracile e aveva un rallentamento nello sviluppo corporeo a causa di un deficit dell’ormone della crescita. Si sottopose a cure, facendo sacrifici, supportato da una famiglia umile e non ricca, ed ebbe molte porte chiuse in faccia a causa del suo problema fisico. Alla fine però ce l’ha fatta, vincendo tutto e facendo inchinare il mondo intero. Più poesia di così…
Buon Natale