Il governo Meloni ha ottenuto la fiducia alla Camera dei deputati e al Senato, dove la neo premier ha tenuto il discorso di inizio mandato con le relative dichiarazioni programmatiche.
Ora verranno nominati i viceministri e i sottosegretari, e saranno formate le commissioni permanenti (costituite da parlamentari) incaricate di esaminare i disegni di legge prima che vengano discussi in Parlamento e competenti su determinate materie.
Dalla premier Giorgia Meloni sono stati fatti diversi annunci: meno tasse sul lavoro con un taglio graduale del cuneo fiscale, aumento della produzione nazionale di gas e sviluppo delle fonti rinnovabili, flat tax al 15% per le partite Iva fino a 100 mila euro e un’ulteriore flat tax “incrementale” per l’eccedenza di reddito dichiarata in più rispetto agli ultimi 3 anni, revisione del reddito di cittadinanza con rafforzamento del servizio di collocamento e revoca del sussidio per coloro che possono lavorare, resterà il super bonus ma potrebbe passare dal 110 all’80%, sulle pensioni si agirà in futuro con possibilità di riformulare Quota 102 (in pensione con 61 anni di età e 41 di contributi anziché 64 e 38 com’è adesso), innalzamento del tetto dei pagamenti in contanti a 5 mila euro.
Si tratta di annunci impegnativi, che di solito fanno le opposizioni per fare breccia sull’elettorato senza spiegare dove verranno trovati i soldi per sostenere promesse roboanti. La Giorgia nazionale ha deciso invece di metterci la faccia fin da subito. D’altronde in diversi anni di opposizione ai governi che si sono succeduti ha preso posizioni nette su tantissime questioni, quindi ora l’aspettativa è molto alta, come confermato dai consensi ricevuti.
È arrivata, dunque, l’ora di passare ai fatti. Le mani sembrano essere abbastanza libere, senza dovere dare conto ad altre forze politiche come succede nelle larghe intese. A questo si aggiunga che i partiti di opposizione sembrano agire, almeno in questa fase iniziale della legislatura, in ordine sparso.
Lo hanno dimostrato nei giorni della fiducia, con una scarsa reazione in aula, con pochi argomenti su cui battersi e mostrandosi quasi incapaci di rispondere a tono a quanto detto dalla premier, generando la sensazione che in questi mesi si sia andati spediti unicamente per le decisioni di un solo uomo al comando, Mario Draghi. Forse sperano in un’implosione della maggioranza. Credo, però, che sia ancora presto per confidare in questo.
Sicuramente la premier deve essere brava a gestire gli alleati. Compito che dovrebbe riuscirle bene vista la conoscenza degli stessi da tanti anni. Certamente dovrà fare delle concessioni, perché FI e Lega staccherebbero velocemente la spina al governo, in qualsiasi momento. Della responsabilità interessa poco a tutti, argomento che personalmente ho sempre trovato ridicolo.
Basta leggere le dichiarazioni di alcuni degli attuali partiti di opposizione che prima parlavano della necessità di avere un governo nel pieno delle sue funzioni in questo preciso e critico momento storico, mentre adesso già invocano una rapida crisi del governo in carica. Consiglio: se in tv sentite politici, di qualsiasi schieramento, parlare di responsabilità, cambiate canale.