Finalmente oggi si vota. Avremo un nuovo governo che, guardando i sondaggi, sarà di destra oppure di larghe intese.
È una tornata elettorale particolare. Si è calcolato che circa il 60% dei votanti non conosce i candidati presenti nelle liste e nei collegi dove andrà a votare, a dimostrazione di uno scollamento tra politica e territorio.
Credo che poche volte nella storia sia successo che un cittadino andrà a votare il leader del partito o il partito (senza tenere conto dei candidati al Parlamento) come questa volta. La legge elettorale farà diventare deputati o senatori persone che sono state piazzate nel posto giusto dai leader del partito, e che vinceranno se vincerà il partito. Una volta imposta questa legge elettorale ce la teniamo.
Dunque per chi votiamo? Dicevamo per il leader del partito o per il partito. Nel caso di Fratelli d’Italia, M5S, Forza Italia e Terzo Polo la maggior parte dei consensi è da attribuire ai leader. Diverso è il discorso per il Partito democratico e la Lega, in questi casi si tratterà di voti legati soprattutto all’ideologia o al radicamento territoriale: gli elettori voteremo soprattutto il partito.
A mio avviso la legge elettorale con cui voteremo, il Rosatellum, e la riduzione del numero dei parlamentari, che passeranno da 945 eletti a 600, avranno un peso notevole su tutta la legislatura. Di positivo c’è senza dubbio la maggiore possibilità di avere una legislatura stabile.
I due terzi dei seggi verranno assegnati con un sistema proporzionale a listino “chiuso”. Questo significa che i partiti, all’atto della compilazione delle liste, hanno deciso chi sono le persone che, essendo le prime delle liste (e in molti casi le seconde), diventeranno parlamentari. È evidente che i parlamentari, tra l’altro pochi, devono essenzialmente la propria elezione al leader del proprio partito, a cui mostreranno più riconoscenza e fedeltà nel tempo. In sostanza si tratta dei fedelissimi.
Da qui, ci si augura, deriverà una minore instabilità generata da tensioni interne, minori polemiche, meno malcontenti, meno voltagabbana, e minore possibilità di creazione di nuove correnti o di un’opposizione interna, con la nota positiva di avere, magari, iter legislativi di alcuni provvedimenti notevolmente più spediti.
In definitiva ci sarà un maggiore controllo dei leader di partito sui propri eletti, con un Parlamento meno sfilacciato e gruppi misti meno fastidiosi.
In questa ottica i segretari di partito hanno colto la palla in balzo e ne hanno approfittato per fare un po’ di piazza pulita: Letta ha escluso dalle liste un po’ di “ex renziani” favorendo politici più vicini a lui, Salvini ha ridotto di parecchio i “georgettiani”, mentre Conte ha fatto approvare dagli iscritti un listino di 15 nomi scelti da lui. Vedremo quanto pagheranno queste strategie pre-elettorali.
Concludo con la campagna elettorale. Personalmente l’ho trovata molto distaccata dalla realtà. I titoli dei giornali in questi giorni aprivano sempre con le discussioni sterili e stupide sulla possibilità di un ritorno al fascismo, o con fantasmagoriche ingerenze russe nella politica italiana, non evidenziando in maniera chiara le proposte dei partiti per la risoluzione dei mille problemi che in questo momento stanno affrontando gli italiani.
Non li elenco tutti, tanto li conosciamo. Due temi però in particolare mi angosciano: le imprese che chiudono per i costi insostenibili con conseguente perdita di lavoro, e il Sistema sanitario nazionale ormai quasi allo sbando.
Vi sembra normale che un cittadino per essere sottoposto ad un esame diagnostico strumentale o ad una visita medica specialistica debba penare e aspettare mesi? Stiamo arrivando al punto in cui o paghi o muori!
Buon voto a tutti