La notizia della settimana è sicuramente la fortissima contagiosità del virus.
Sono stati superati i 200 mila nuovi casi giornalieri, aumentano i decessi, le ospedalizzazioni (anche se in maniera contenuta, basti pensare che non ci sono Regioni in rosso o arancione), l’indice di trasmissibilità Rt, l’incidenza di malattia (nuovi casi su 100 mila abitanti) e il tasso di positività (22%).
Il governo ha varato un nuovo decreto: obbligo vaccinale per chi ha più di 50 anni, green pass base (basta un tampone negativo) obbligatorio per tutti coloro che vogliono accedere in banca, dal parrucchiere o nei negozi dello shopping, e nuove regole per la scuola, con didattica a distanza differenziata a seconda se si è immunizzati o meno.
Il decreto è stato il frutto di un compromesso del premier Draghi. I partiti erano fortemente divisi, con Pd, Italia Viva e Leu che puntavano all’obbligo vaccinale generalizzato e ad un super green pass per i servizi. Lega e M5S contrari. Ne è venuta fuori una via di mezzo, che accontenta tutti ma che dimostra come i litigi nell’esecutivo siano ormai all’ordine del giorno. L’impressione è che il governo stia in piedi solo grazie alla paura di andare al voto: sono necessari 4 anni e mezzo di legislatura per l’acquisizione del diritto di andare in pensione.
Torniamo al virus e alla sua alta contagiosità. Sembra che gli eventi di questi giorni ci stiano riportando indietro di un po’ di mesi. Come detto prima tutti gli indici di malattia stanno crescendo, mentre gli ospedali di alcune città sono nel caos con code ai pronto soccorso. Qualcosa è andato storto, negarlo è da stolti.
A mio avviso sono due le svolte negative che hanno sorpreso la scienza con ripercussioni sulla vita della popolazione di tutto il mondo.
La prima è la trasmissibilità del virus anche da parte dei vaccinati. Ricordo bene quando tanti virologi in Tv (molti continuano ad essere invitati nei talk show) parlarono di evenienza impossibile. Purtroppo non è così.
La seconda svolta negativa è rappresentata dalla breve durata della protezione indotta dal vaccino. Inizialmente si parlava di una durata di circa un anno, poi siamo passati a nove mesi, quindi a sei, ora siamo intorno ai quattro. In questi giorni uno studio Israeliano ci dice che la quarta dose aumenterà gli anticorpi di 5 volte. Io personalmente mi sento di rispondere: “e chi se ne frega”. Così non si va da nessuna parte.
Sicuramente la scienza va difesa, siamo in emergenza, per cui le evidenze scientifiche si palesano in corso d’opera. Le vaccinazioni ad oltranza, però, ad intervalli ravvicinati (e non di un anno come si pensava), senza un’altra strategia parallela, non funzionano. La gente comincia ad essere stanca. La percezione di malattia mortale sta diminuendo, anche per la presenza dei tanti guariti asintomatici o paucisintomatici.
Addirittura una parte di coloro che rifiutano il vaccino spera di contrarre l’infezione pur di non sottoporsi all’immunizzazione. In tutti, vaccinati e non, sta subentrando una certa fatica da Covid. Basta guardare alla vicina Francia dove nonostante i 300 mila casi giornalieri la gente comincia a non rispettare più le regole di distanziamento e l’obbligo della mascherina.
Siamo tutti un po’ stanchi. Vaccinare tutto il mondo ogni 4-6 mese penso sia impossibile, pensarlo è pazzesco. Le varianti spuntano come i funghi, e spesso eludono la risposta immunitaria indotta dal vaccino, sostituendosi l’una all’altra. In Francia è stata individuata una nuova variante, proveniente dal Camerun e chiamata IHU, fortunatamente poco contagiosa (per ora). A Cipro è stata individuata la Deltacron (25 casi, combinazione di Delta e Omicron). Non possiamo procedere solo con la strategia del vaccino a tutti gli over 12 e con richiami ravvicinati. Forse non basta più.
Sicuramente le vaccinazioni fanno il loro dovere, ci proteggono dalle forme gravi di malattia (nel Regno Unito, grazie ai vaccini, Omicron è per il 90% meno aggressiva della variante Delta). Però credo sia arrivato il momento di cambiare registro. Guardiamo le terapie intensive, valutiamo bene le statistiche, prendiamo in considerazioni le patologie di base che più frequentemente si associano a morte. Concentriamoci su quelle. Vacciniamo a tappeto e con richiami più ravvicinati solo i fragili e gli anziani, ovvero coloro che, dati alla mano, occupano di più le terapie intensive.
Per la stessa motivazione obbligo vaccinale generalizzato, per tutti, visto che l’80% dei posti in terapia intensiva è occupato dai non vaccinati (rischio 25.6 volte più alto). Obbligo senza elucubrazioni mentali con riferimento a chissà quale norma. Basta, non se ne può più. Si agisca in nome della Salute Pubblica, difronte alla quale non credo che i padri costituenti si sarebbero opposti all’obbligo vaccinale.
Solo dopo dovrà scattare il “liberi tutti”, con mascherina, distanziamento e altre precauzioni. Torneremmo alla normalità convivendo col virus. Le Regioni sono ancora bianche e gialle a fronte di milioni di contagiati. Forse i margini per una convivenza col virus ci sono.
Nell’ottica di un cambio di strategia credo, inoltre, che sia arrivata l’ora di dedicarsi con più convinzione e risorse, economiche e scientifiche, alla terapia. Il vaccino non basta. Troviamo una terapia efficace al più presto. I virologi in Tv comincino a parlare di farmaci, sui vaccini non è che ci abbiano preso tanto.