La Corte Costituzionale ha esortato il Parlamento, con una sentenza del 2018, a varare una legge sul suicidio assistito, tenendo conto di 4 punti fondamentali: paziente capace di intendere e di volere, malattia irreversibile, presenza di sofferenze fisiche e psichiche intollerabili, dipendenza totale da supporti sanitari.
Nelle Commissioni i partiti di destra hanno preteso limitazioni più stringenti, quelli di sinistra invece si mostrano da sempre più favorevoli ad un testo che renda più facile la morte assistita. Dopo 3 anni di attesa il provvedimento è finalmente passato dalle Commisisoni all’Aula per essere discusso.
Si tratta di un tema divisivo e importante, molto atteso. Basti pensare che in soli tre mesi un milione e 200 mila cittadini hanno sottoscritto il referendum per l’eutanasia legale.
Come ha risposto il Parlamento lunedì scorso? Nel peggiore dei modi.
Il testo è arrivato in un’Aula deserta, ad accoglierlo c’erano solo circa 20 parlamentari. Dopo una breve discussione il dibattito è stato, quindi, rimandato in primavera, dopo l’elezione del Presidente dea Repubblica, dopo le discussioni per la Manovra e il Recovery Plan. C’è il rischio concreto di un fallimento, come per il ddl Zan. Magari per togliere l’imbarazzo al Parlamento servirà un referendum popolare.
Vedremo che succederà. Sicuramente i politici, con la loro scarsa partecipazione, hanno fatto una figuraccia. Si trattava di una legge molto attesa, ma in Parlamento l’abitudine di essere assenti il lunedì è stata più forte della speranza degli italiani di avere una discussione seria e partecipata sul fine vita.
I parlamentari il lunedì preferiscono viaggiare, tornano a Roma, e raramente partecipano ai lavori. Quindi mi chiedo: se non lavorate in questa giornata, perché non fate partire la settimana direttamente dal martedì? È semplicemente vergognoso. E lo è ancora di più se si pensa che nell’Emiciclo siedono rappresentanti di partiti che in passato hanno aspramente criticato la scarsa partecipazione dei parlamentari ai lavori dell’Aula.
Purtroppo la consuetudine di assentarsi il lunedì interessa trasversalmente tutti i partiti, come dimostrato dalla presenza di soli 4 gatti in Aula nonostante i temi importanti da trattare. L’italiano medio nel fine settimana rientra a casa la domenica sera per essere puntuale al lavoro il lunedì, il parlamentare non ha questi problemi: lunedì si lavora? Lui viaggia.