Il disegno di legge Zan (dal nome del relatore Pd Alessandro Zan) è una proposta di legge contro l’omotransfobia.
Approvato alla Camera il 4 novembre 2020 il ddl è arrivato in Commissione Giustizia al Senato dove sono ancora in corso le audizioni, concluse le quali si passerà alla discussione in aula in Senato.
Il testo (10 articoli), in sintesi, interviene su alcuni articoli del codice penale estendendo i cosiddetti reati di odio per discriminazione razziale, etnica o religiosa (legge Mancino) a chi compia atti discriminatori verso omosessuali, donne o disabili.
In questi giorni la Chiesa Cattolica ha chiesto formalmente al governo italiano di modificare il ddl Zan in quanto violerebbe il Concordato (documento ufficiale che regola il rapporto fra lo Stato italiano e la Chiesa Cattolica). Le obiezioni del Vaticano sono sostanzialmente due: una presunta violazione della libertà di espressione e l’istituzione della giornata nazionale contro l’omotransfobia.
Per quanto concerne il primo punto la Chiesa afferma che il ddl limiti la possibilità per i cattolici di organizzarsi, di esercitare il culto in pubblico, di predicare le idee cattolichine, tra le quali l’importanza del matrimonio cattolico aperto alla vita, finalizzato cioè a generare figli. Il rischio potrebbe essere quello di perseguitare come reato alcune posizioni espresse in pubblico da parte di sacerdoti o altri membri.
La giornata nazionale contro l’omotransfobia, invece, potrebbe mettere in imbarazzo le scuole private, molte di matrice Cattolica, a organizzare attività che la Chiesa non condivide perché contrarie alla propria dottrina. Replica dei promotori della legge: la libertà di espressione non verrà intaccata, non sarà punita la propaganda di idee ma l’istigazione, cioè quelle affermazioni che determinano un concreto pericolo di comportamenti discriminatori o violenti. Secondo i relatori del ddl verrà rispettata l’autonomia delle scuole, che avrebbero facoltà di comportarsi liberamente, con attività che richiederebbero un iter di approvazione interna.
Ovviamente mi sono soffermato solo su alcuni punti (oggetto della polemica con la Santa Sede) di una proposta di legge che invece prevede altri aspetti, quali l’identità di genere, di persona ecc. Ci sarà modo di affrontarli in seguito.
Tornando alle discussioni di questi giorni, a mio giudizio è riduttivo trattare un tema così importante con 10 articoli a parziale modifica di un’altra legge. Quando si parla di libertà la legge va ben formulata, con precisione meticolosa. La difficoltà di interpretazione è dietro l’angolo, ogni parola verrebbe scansionata, e facilmente indicata come istigatrice. Quando finisce la propaganda e inizia l’istigazione? Il codice penale è scivoloso, occorre chiarezza estrema.
I partiti si sono mostrati abbastanza fiacchi sul tema, salvo riaccendersi in questi giorni in seguito all’intervento della Chiesa. Serve un dialogo aperto e serio, con il coinvolgimento di tutti i partiti, e anche dei rappresentanti della Chiesa. Ho sentito politici parlare di ingerenza inaccettabile della Santa Sede. A mio giudizio siamo in Italia, abbiamo una storia cattolica e il parere della gerarchia ecclesiastica è per noi imprescindibile. Ovviamente va combattuto l’odio verso le persone, che vanno giudicate per ciò che fanno e non per ciò che sono.
L’omotransfobia attualmente rappresenta un’aggravante nel nostro codice penale, ma non basta. Io personalmente sarei per lo smantellamento del ddl e per una sua riformulazione più completa ed esaustiva. Senza rischi di errori interpretativi.
Concludo con l’Ungheria. In settimana il Parlamento ungherese ha approvato una legge che vieta ai bambini l’accesso ai film e ai libri che abbiano come tema l’omosessualità e che paragona l’omosessualità alla pedofilia. Legge a mio parere completamente sballata. Tanti paesi europei, tra cui l’Italia, hanno hanno firmato un documento congiunto di condanna della nuova legge ungherese. A questo punto mi chiedo: l’Italia non accetta le ingerenze del Vaticano, perché invece interviene sull’Ungheria?
Non fare agli altri ciò che vorresti non fosse fatto a te. Si tratta di una frase che secondo molti studiosi racchiude i dieci comandamenti, quelli della Chiesa.