Dopo lo stop al vaccino Astrazeneca agli Under 60 il Ministero della Salute ha deciso di ricorrere alla vaccinazione eterologa: le persone sotto i 60 anni cui era stato somministrato il vaccino Astrazeneca, potranno ricevere, a discrezione del medico, come seconda dose il vaccino Pfizer o Moderna (a distanza di 8-12 settimane).
Il Comitato tecnico scientifico ha approvato il mix vaccinale, ritenuto sicuro e capace, come dimostrato da alcuni studi, di dare una risposta immunitaria addirittura migliore. La decisone ha fatto molto discutere per gli studi fatti su numeri ridotti e che non valutano gli eventi avversi nel medio termine.
La comunicazione da parte delle istituzioni come al solito non ha aiutato, con interviste rilasciate da virologi, epidemiologi, immunologi, politici e improvvisati “non addetti” ai lavori spesso fuorvianti e prive di fondamento. Faccio un esempio: qualcuno ha detto che si tratta di mescolare due vaccini. Cosa c’entra? La prima dose sparisce dopo aver indotto una risposta immunitaria che invece persiste nel tempo. La seconda dose, inoculata a distanza di tempo dalla prima, indurrà una nuova risposta, che come la prima servirà a contrastare il virus. Non esiste la possibilità che i componenti dei due vaccini si mescolino.
Purtroppo siamo ancora in fase emergenziale, e può succedere, come in questo caso, che Aifa (agenzia italiana del farmaco) approvi l’eterologa mentre Ema (agenzia europea dei medicinali) affermi di essere cauti e incredibilmente lasci decidere ai singoli paesi se fare o no il mix dei vaccini. A mio avviso bisogna affidarsi alla scienza. Che ben venga l’eterologa, che d’altra parte è già utilizzata in altri paesi tra cui Francia e Germania.
Dal punto di vista immunologico non esistono motivazioni teoriche che potrebbero controindicarla. Al contrario, tutto lascia pensare che potrebbe essere migliore. Qualcuno potrebbe obiettare: perché non l’hanno consigliata prima? Per il semplice motivo che i vaccini anticovid vengono approvati in via emergenziale, non ci sono dati precedenti, per cui le evidenze scientifiche si modificano giorno dopo giorno, e la comunità scientifica non può fare altro che attenersi ad esse.
Ovviamente è cambiato anche lo scenario, i rarissimi casi di trombosi, associati al clamore mediatico, hanno spinto la scienza a questa nuova soluzione di combinare vaccini diversi, con l’obiettivo di azzerare un rischio che già di per se era estremamente raro. Avanti dunque con i vaccini, utili anche nel prevenire le forme gravi di malattia causate da qualsivoglia variante.
Le verità scientifiche non si decidono a maggioranza (Galileo Galilei). Meno male.