La questione vaccini in Europa ormai sta diventando un ginepraio. L’Italia a mio avviso sta facendo la sua parte toccando i 350 mila vaccinati al giorno, anche se ancora in ritardo rispetto ai 500 mila prefissati.
Nel nostro paese oltre 10 milioni di persone hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, e i primi effetti si stanno già palesando con un calo del contagio e la decisione del governo di far ripartire molte attività, ferme per il covid, già dal 26 aprile.
Gli altri paesi stanno facendo altrettanto, in Francia hanno superato le 500 mila vaccinazioni giornaliere, in Germania sono arrivati addirittura a 740 mila somministrazioni in 24h.
Quello che non va in questo momento è il disorientamento creato nei cittadini circa la sicurezza di questi vaccini. Basti pensare a quante volte è stata cambiata l’età consigliata per la somministrazione del vaccino Astrazeneca: prima era consigliabile fino a 55 anni, poi fino ai 65, quindi solo negli anziani, in ultimo solo tra i 60 e gli 80 anni. Incredibile.
In settimana la Danimarca ha sospeso definitivamente l’uso del vaccino Astrazeneca, la Germania raccomanda di somministrare agli under 60 che hanno già fatto la prima dose di Astrazenca un altro vaccino per il richiamo, mentre gli USA hanno sospeso (velocemente) il vaccino Johnson&Johnson dopo rarissimi casi di trombosi (6 casi su 7 milioni), decisione da cui è scaturito un rinvio delle consegne delle dosi previste in Europa. Addirittura c’è chi ipotizza il ritiro definito dal mercato per Astrazeneca e Johnson&Johnson.
Alla luce di questi eventi, con quale spirito i cittadini si sottopongono alla vaccinazione? Tuttavia la domanda che mi pongo in questi giorni è la seguente: come mai non si parla degli effetti collaterali del vaccino Pfizer-Biontech, che pure ci sono stati, anche se rarissimi come nel caso degli altri vaccini?
A me personalmente la situazione comincia a disgustarmi. I benefici dei vaccini Astrazeneca e Johnson&Johnson continuano a superare di gran lunga i rischi cui si va incontro ammalandosi di Covid19. Il rischio di trombosi, tra l’altro non per forza mortale, nel caso della vaccinazione Astrazeneca è dello 0,0004%, molto al di sotto della pillola anticoncezionale (0.1), del fumo ( 0.2) o dello stesso Covid (16%).
Sono percentuali irrisorie, inferiori a quelli di tantissimi altri medicinali che normalmente assumiamo. Tra l’altro il rischio zero non esiste per nessun farmaco. Eppure i vaccini incriminati, più favorevoli per il prezzo (2 euro), lo stoccaggio e il trasporto, rischiano il ritiro mentre l’americana Pfizer vola. L’Europa ha raggiunto infatti con la casa farmaceutica l’accordo per milioni di dosi aggiuntive, e il prezzo inevitabilmente lieviterà (si ipotizza un rialzo da 12 a 20 euro).
È un’Europa allo sbando, che ha sbagliato inizialmente con i contratti di approvvigionamento e adesso si trova tra due fuochi: a occidente c’è l’America che ci prende letteralmente dal collo, propinandoci un’informazione diretta a favorire i propri prodotti che poi ci rifila a prezzi più alti, a oriente invece c’è la Cina, che prima ha causato il pandemonio e poi verrà a comprarsi tutte le nostre attività in ginocchio.
Serve un cambio di passo deciso, che i vertici europei attuali non sembrano assolutamente in grado di fare.