Dopo la decisione dell’Italia e di altri paesi europei di sospendere in via precauzionale la somministrazione del vaccino Astrazeneca per morti sospette da tromboembolia, l’Agenzia europea per il farmaco ha garantito la sicurezza del vaccino ridando il via libera alla sua somministrazione: “i casi di trombosi dopo la somministrazione del vaccino Astrazeneca sono inferiori a quelli che avvengono nella popolazione non vaccinata”.
Si è dunque ripartiti dopo alcuni giorni di stop che hanno causato un rallentamento nel piano vaccinale, che oltre a provocare un brusco calo dei consumi (Coldiretti in settimana ha calcolato che ogni giorno di ritardo nella vaccinazione costa 350 milioni di mancati consumi con ripercussioni drammatiche sull’occupazione), ha determinano uno spostamento in avanti, pericoloso, del vero obiettivo della campagna vaccinale: l’immunizzazione di massa, per la quale occorre vaccinare più gente possibile nel minor tempo possibile.
Ora l’importante, quindi, è andare avanti a spron battuto con le somministrazioni, evitando il più possibile gli errori nella comunicazione. È necessario creare fiducia intorno a questo benedetto vaccino, unica vera arma a disposizione per combattere il virus ed evitare la comparsa di nuove varianti. La Sardegna, passando da zona bianca ad arancione, ci ha fatto capire che il Covid non molla di un centimetro, e noi dobbiamo fare altrettanto con le vaccinazioni. Non ci sono altre vie.
Concludo con due provvedimenti sanitari che non condivido: i vaccinati a mio non devono fare alcuna quarantena, anche se contatti stretti, né devono essere sottoposti a tampone. Si tratta di persone da considerare libere. Apriamo le attività ai vaccinati, ricominciamo a vivere. Per il bene di tutti. Dicevo più fiducia nel vaccino, iniziamo da qui.