Un attacco senza precedenti nel sud di Israele da parte del gruppo radicale palestinese Hamas ha causato migliaia di morti.
Lanci di razzi e attacchi via terra in diverse località israeliane vicine alla Striscia di Gaza hanno causato più di mille morti, di cui circa 200 militari. Le restanti vittime sono civili, tra cui i tantissimi giovani uccisi in un rave party musicale organizzato nel deserto vicino a Gaza.
Per Israele si è trattato di un evento catastrofico, con un numero di morti mai registrato nelle guerriglie che, in quella zona, non si sono mai fermate. Bambini trucidati, soldati decapitati, civili bruciati vivi, in questi giorni le foto dell’orrore hanno fatto il giro del mondo.
In risposta a questo attacco l’esercito israeliano ha avviato una ritorsione militare bombardando la Striscia di Gaza e causando la morte di circa 2300 palestinesi. Gaza è ora sotto assedio, travolta da raid, senza acqua, carburanti ed elettricità, al buio e in attesa di un’attacco finale via terra che è ormai imminente. È emergenza umanitaria ai limiti della sostenibilità, in una regione con poco più di 2 milioni di palestinesi di cui il 40% ha meno di 14 anni.
Quello arabo-israeliano è un conflitto che va avanti da decenni, con fasi di maggiore tensione alternate ad altre più pacifiche. È una guerra tra due popoli che si contendono la stessa terra, di cui già trattai la storia in un articolo di Avampostosicuro del maggio 2021 (CONFLITTO ISRAELO-PALESTINESE.).
A differenza delle altre battaglie, sembra che siamo arrivati davvero alla resa dei conti, con attacchi più gravi di quelli del passato, sia per estensione che per violenza. Il mondo è sotto choc per le immagini che arrivano da quei territori e ha il fiato sospeso per il vero rischio che corriamo noi tutti: l’allargamento del conflitto.
La guerra arabo-israeliana non è mai stata circoscrivibile, perché tutte le potenze del mondo si sono da sempre schierate con Israele o con la Palestina. I miliziani di Hamas hanno il sostegno militare dall’Iran (che secondo alcune fonti avrebbe aiutato a pianificare l’attacco a sorpresa ad Israele) e quello finanziario del Qatar. Sono inoltre appoggiati dagli Hezbollah, partito armato filo-iraniano di cui fanno parte alcuni ministri del governo libanese (Israele ha bombardato in questi giorni alcune postazioni degli Hezbollah in Libano). A favore di Hamas sono anche la Cina (“la causa del conflitto è l’ingiustizia contro i palestinesi”) e la Russia (che ha un filo diretto con l’Iran). Con Israele è schierata invece l’America e buona parte dell’Occidente.
In sostanza siamo davanti ad uno scacchiere che non ha più confini, creato dalla paralisi dell’inutile Consiglio di sicurezza dell’Onu, la cui funzione dovrebbe essere il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. In questi anni invece abbiamo assistito ad un immobilismo delle diplomazie di tutto il mondo, che hanno lasciato acceso questo pericoloso focolaio senza ricorrere ai negoziati, che vanno fatti soprattutto in tempo di pace.
L’assalto di Hamas contro Israele, inoltre, distoglie in parte l’attenzione dell’Occidente dall’Ucraina, facendo sorridere la Russia, speranzosa che si riducano anche i rifornimenti di armi all’Ucraina, alla luce di questa nuova situazione internazionale.
Per i russi i fatti del Medio Oriente possono rappresentare una svolta e l’inizio di quel processo a cui ambiscono da sempre: il rovesciamento dell’ordine mondiale, attualmente fondato sul ruolo cardine degli Stati Uniti e dell’Occidente.
La risposta d Israele, infine, sta andando oltre la normale autodifesa (i morti palestinesi sono già il doppio), il rischio escalation è dietro l’angolo con l’Iran che minaccia di intervenire se continueranno gli attacchi su Gaza.
Urge un intervento unitario internazionale, Israele e Palestina hanno entrambi il diritto di esistere, bisogna fermare le morti di innocenti, non serve schierarsi banalmente con uno o con l’altra, come stanno facendo in Italia la destra (pro Israele) e la sinistra (pro Palestina). Incommentabili.